Devastò il Pronto soccorso, scarcerato. La difesa: «Era annebbiato dall'alcol»

Devastò il Pronto soccorso, scarcerato. La difesa: «Era annebbiato dall'alcol»
Il 10 aprile scorso, Adamo Salvatore un uomo di 43 anni di Frosinone aveva dato in escandescenze all’interno del pronto soccorso dell’ospedale «Fabrizio...

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Il 10 aprile scorso, Adamo Salvatore un uomo di 43 anni di Frosinone aveva dato in escandescenze all’interno del pronto soccorso dell’ospedale «Fabrizio Spaziani» di Frosinone.

L’uomo, che era caduto da una scala mentre stava svolgendo dei lavori nella sua abitazione, aveva riportato alcune contusioni che avevano richiesto l’intervento dei sanitari del nosocomio frusinate. Ma, giunto al Pronto Soccorso, ad un certo punto, forse spazientito per l’attesa, il 43enne aveva cominciato ad inveire contro i medici e contro gli infermieri accusandoli di scarsa professionalità. Ma non è tutto: malgrado i sanitari cercassero di calmarlo, in preda alla rabbia, era entrato in una delle sale del pronto soccorso ed aveva cominciato a danneggiare i computer scaraventandoli per terra.
Non contento di ciò aveva preso per i capelli una infermiera trascinandola per tutto il corridoio. A correre in aiuto della donna arrivarono due carabinieri allertati dai presenti. L’uomo, però, per nulla intimorito, aveva cercato di colpire anche loro sferrando calci e pugni.
Una volta immobilizzato Adamo Salvatore era stato arrestato. Tra le mani aveva ancora una ciocca di capelli che aveva strappato all’infermiera. Per tale motivo era stato accusato di danneggiamento, lesioni e per resistenza a pubblico ufficiale. Nella giornata di ieri si è tenuto il processo. L’avvocato difensore, Eliana Scognamiglio, ha sostenuto che erano venute a mancare le esigenze cautelari. Il legale ha inoltre sostenuto che al momento dei fatti il suo assistito aveva la mente annebbiata dall’alcol e quindi non era cosciente delle proprie azioni. Nonostante il pm avesse chiesto la detenzione in carcere, il giudice ha accolto la testi difensiva ed ha ordinato l’immediata scarcerazione del detenuto. Ha disposto, come misura restrittiva, solo l’obbligo di firma.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero