In soli diciotto mesi è riuscito a sperperare 700mila euro tra case vendute, oro e soldi che ha dovuto restituire agli usurai. Si chiama Tiberio Patrizi, ha 50 anni,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tiberio non gioca più nemmeno a tombola a Natale. Non esce mai con più di 5 euro in tasca e sta a debita distanza dai bar e da tutti gli esercizi pubblici dove potrebbe trovare le “macchinette mangiasoldi”. Certe storie hanno anche esiti tragici: domenica scorsa un imprenditore di Tecchiena si è tolto la vita perché distrutto economicamente dal gioco.
IL VOLONTARIATO
L’imprenditore al contrario, dopo aver toccato il fondo, ha deciso di rinascere. È tornato a vivere mettendo la sua esperienza così devastante al servizio di tanta altra persone che sono finite nella spirale della ludopatia. Così nel 2015 è nata l’associazione di volontariato onlus “No Game” di cui è presidente. Ad aiutarlo in questa battaglia contro il gioco d’azzardo la moglie Rossana che gli è sempre stata accanto e che lo ha aiutato in questo percorso di rinascita. I locali dell’associazione si trovano in piazza VI Dicembre a Frosinone. Sono stati concessi dal Comune.
La sfida non è semplice. Il giocatore patologico solitamente si rivolge all’associazione solo perché accompagnato dai familiari. «Questo - spiega Tiberio Patrizi - è soltanto il primo scoglio da superare. Il giocatore “compulsivo” oltre a negare l’evidenza, si chiude a riccio. Poi con le sedute settimanali di auto-mutuo-aiuto- si rende conto che le sue problematiche sono quelle di tante altre persone che stanno vivendo situazioni simili e solo allora comincia ad aprirsi e a prendere coscienza del suo stato».
L’associazione “No Game” interagisce con i giocatori compulsivi attraverso colloqui informativi e di orientamento supportata da strutture pubbliche e specialisti volontari che hanno dato la loro disponibilità. Il giocatore, gratuitamente, si può avvalere dell’auto di un consulente legale per risolvere i problemi finanziari. L’associazione, nel caso ce ne fosse bisogno, ha la possibilità di entrare in contatto con il centro antiusura. In questo momento sono 42 le persone che vengono seguite. I giocatori provengono da Frosinone, Boville, Ceccano e Veroli. A seguire Colleferro, Monte San Giovanni Campano, Lenola, Pico e Sora.
I NUMERI DEL CAPOLUOGO
Il capoluogo ciociaro, dopo quello pontino, è il secondo nel Lazio dove si gioca di più. A seguire Roma, Viterbo e Rieti. A livello nazionale invece Frosinone si colloca al 100° posto. Sono 742 gli apparecchi installati a Frosinone, questo significa che ce ne sono 16 per ogni mille persone.
Come si finisce nella spirale della ludopatia? «Le motivazioni apparentemente - racconta Patrizi- possono essere molteplici, difficili rapporti con la famiglia, la mancanza di denaro o di lavoro. Ma la realtà è che il giocatore compulsivo ha un problema emotivo ed è su questo che bisogna fare leva affinché possa uscire fuori dal tunnel».
Ma si può guarire dalla ludopatia? Patrizi scuote la testa: «Il giocatore compulsivo è come l’alcolista che non tocca vino da tempo, ma basta un bicchiere per poter ricominciare».
Tiberio, padre di due figlie di 19 e 14 anni, oggi è tornato ad essere un uomo sereno, che ha ritrovato la sua dignità. Nel suo viaggio verso la distruzione fortunatamente non ha perso il lavoro. Ha un sogno nel cassetto: trovare dei locali più spaziosi per la sua associazione per accogliere un numero maggiore di persone che hanno bisogno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero