Accusato di aver offerto una mazzetta a un assessore, assolto imprenditore di Veroli

Il presunto tentativo di corruzione per un appalto, ma nel corso del processo non sono emerse le prove

Accusato di aver offerto una mazzetta a un assessore, assolto imprenditore di Veroli
Assolto per non aver commesso il fatto. Questa la sentenza pronunciata dal giudice nei confronti di Ariosto Pasquazzi un imprenditore di 40 anni accusato di istigazione alla...

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Assolto per non aver commesso il fatto. Questa la sentenza pronunciata dal giudice nei confronti di Ariosto Pasquazzi un imprenditore di 40 anni accusato di istigazione alla corruzione. L'uomo era finito nel mirino della procura perché avrebbe tentato di corrompere un assessore del comune di Veroli circa la possibilità di avere un appalto per una struttura che avrebbe dovuto realizzare l'amministrazione. Ieri mattina a conclusione dell'arringa difensiva dell'avvocato Rosario Grieco, il presidente del collegio del tribunale di Frosinone Antonio Ruscito (al latere i giudici Marta Tamburro e Chiara Doglietto) si è pronunciato per l'assoluzione.

L'avvocato Rosario Grieco ha sostenuto nelle sue argomentazioni che non c'era stata alcuna offerta da parte del suo assistito e poi non c'erano elementi significati per poter incriminare l'imprenditore del reato di istigazione alla corruzione. Dalla documentazione depositata dagli investigatori al magistrato inquirente non sarebbero emersi elementi che avrebbero potuto far ipotizzare al reato di istigazione alla corruzione. Secondo il dirigente comunale, che ha poi fatto scattare la denuncia, questi avrebbe subito delle pressioni da parte dell'imprenditore che era uscito fuori dalla gara di appalto.

L'imputato ha sempre sostenuto che l'incontro con il dirigente amministrativo era stato soltanto un incontro chiarificatore. Nello specifico voleva capire perchè era stato escluso da questa gara di appalto anche se aveva tutte le carte in regola per poterla vincere. Quali erano stati i criteri di valutazione da parte di chi aveva deciso di non essere idoneo. Non c'era stato però alcun segnale di corruzione, tanto meno avrebbe offerto soldi all'assessore per poter ribaltare la situazione ed aggiudicarsi i lavori di quella struttura.

Secondo le accuse invece il 40enne avrebbe pressato più volte, offrendo in più occasioni forte somme di denaro per poter ottenere quella gara di appalto indetta dal Comune. Per l'imprenditore l' assoluzione ha rappresentato la fine di un incubo. Quell'accusa dalla quale si è dovuto difendere gli pesava come un macigno.
 

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Il Messaggero