Il gesto di cui è resa protagonista una giovane madre di Cassino si potrebbe paragonare all’obolo della povera vedova, raccontato nel Vangelo di Marco. La donna...
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Da qualche mese la donna, poco più che trentenne, va avanti con il reddito di cittadinanza. Con il suo poco cerca di sopravvivere e di non far mancare nulla alla sua bambina. Anche durante l’emergenza coronavirus ha cercato di basarsi sulle poche risorse in suo possesso. Riuscendoci. Anzi, facendo un gesto straordinario. Si è tolta quel poco che aveva per donarlo ai figli di una sua cara amica, che da giorni erano in grande difficoltà.
La storia che sintetizza una totale comunione sia spirituale che materiale si è svolta in un quartiere di Cassino, dove un bel giorno, poco prima delle feste pasquali, alla porta della giovane madre disoccupata bussa, in lacrime, l’amica del cuore.
La donna abita a pochi passi da lei. E’ disperata. Suo marito, dipendente di un’attività di commercio ambulante, è senza lavoro. Da quando è scoppiata la pandemia la ditta l’ha lasciato a casa. Senza lavoro e senza stipendio. Sono settimane che in casa non entra un euro. Lei e il marito non sanno più cosa fare. Non sanno cosa mettere sulla tavola per sfamare i loro tre figli. L’angoscia è davvero tanta. Mancano pochi giorni alla Pasqua.
Prima di quel momento non si erano mai trovati in una situazione così difficile. Non si sono mai rivolti alla Caritas o al Comune per chiedere aiuto. La dignità è forte. Allora pensano di rivolgersi all’amica. A lei che, purtroppo, conosce bene le porte dove rivolgersi per chiedere un pacco di pasta, una bottiglia d’olio. «Dinanzi al pianto di quella mamma il mio cuore è diventato piccolo», riferisce la protagonista del grande gesto di carità.
«Io mi sono sentita fortunata. A questo punto ho aperto il mio portafogli e ho visto che mi erano rimaste cento euro. Ho preso i soldi sono andata con lei al supermercato e le ho fatto la spesa per portare a casa dai suoi figli». Ma l’aiuto non finisce qui. Il giorno dopo chiama qualche altra conoscente e chiede un sostegno per la sua amica.
«Sì, ho mobilitato persone che conoscevo. Anche altre persone hanno raccolto il grido di aiuto di quella famiglia. Poi ho suggerito ai miei amici di rivolgersi agli uffici dell’assessorato alla Coesione sociale del Comune di Cassino per la richiesta dei buoni spesa, che sono stati concessi in due occasioni».
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Il Messaggero