Morricone, quella volta che incantò la Ciociaria: «Il legame con questa terra forte e intenso»

Morricone, quella volta che incantò la Ciociaria: «Il legame con questa terra forte e intenso»
Fu una serata memorabile che resterà scolpita negli annali della cultura della Ciociaria. Una notte d’estate indimenticabile per molti. ...

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Fu una serata memorabile che resterà scolpita negli annali della cultura della Ciociaria. Una notte d’estate indimenticabile per molti.

Era il 2 luglio del 2004. Sono in duemila, assiepati in piazza Marconi a Monte San Giovanni Campano, ad ascoltare l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta dal maestro Ennio Morricone. Non ci sono più posti a sedere, in molti restano in piedi. Novanta minuti di grande musica sotto un cielo stellato. Dopo una lunga standing ovation, il celebre compositore ringrazia con un inchino e concede, in via eccezionale, un bis di “C’era una volta il West”. Un momento più unico che raro. E giù un’altra pioggia di applausi. Poi, di fronte alle domande del cronista del Messaggero, decide di fermarsi a parlare della Ciociaria, terra a lui cara e che spesso era presente nei suoi pensieri.

L’INTERVISTA
«I miei nonni paterni erano di Arpino - aveva esordito Morricone -. E qualche anno fa gli amministratori mi hanno conferito la cittadinanza onoraria. E per me è un onore. Il mio legame con la Ciociaria è molto forte e intenso. D’altronde anch’io sono per un po’ originario di questa terra. Per me è sempre un grande piacere tornare in provincia di Frosinone». Morricone aveva aggiunto: «Nella mia carriera ho anche scritto una composizione pensando ad Arpino, cioè ispirata idealmente alla città dei miei nonni. S’intitola Notturno e Passacaglia». E visto che si trovava in Ciociaria decise di fare un regalo alla platea, facendo eseguire agli orchestrali quelle note incise sullo spartito mentre nella sua mente riaffioravano ricordi ed emozioni connessi alla terra di Cicerone.
Nonostante fosse nato a Roma, quartiere Trastevere, aveva sempre raccontato con piacere di avere origini ciociare. «In futuro - aveva rivelato quella sera - mi piacerebbe scrivere opere dedicate alla Ciociaria. Mi è stato prospettato un progetto, che spero si realizzi. Al momento c’è un incarico verbale, servirebbe solo formalizzarlo. In sostanza mi è stato chiesto di comporre un pezzo sui canti popolari del Lazio. Se il tutto andrà in porto, sicuramente ci sarà un riferimento alla Ciociaria».

Due anni prima, nel 2002, su incarico dell’assessorato provinciale alla Cultura, aveva anche musicato un’ode del poeta e scrittore frusinate Giuseppe Bonaviri. Quella sera il Comune di Monte San Giovanni rese omaggio al maestro consegnandogli una targa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero