Edilizia, l'Ance Frosinone insorge e chiede attenzione per il settore

Edilizia, l'Ance Frosinone insorge e chiede attenzione per il settore
Insorge l'Ance Frosinone, con il presidente Massaro che, in una nota, spiega: «Normativa e protocollo delle parti sociali inaccettabili, l’edilizia...

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Insorge l'Ance Frosinone, con il presidente Massaro che, in una nota, spiega: «Normativa e protocollo delle parti sociali inaccettabili, l’edilizia dimenticata ancora una volta».


«Le autorità anziché darci indicazioni pratiche e chiarire le soluzioni che le nostre aziende devono adottare, oggi che si trovano sull’orlo del baratro, con il recente protocollo non hanno fatto altro che ricalcare in maniera generica e demagogica i principi del DPCM 12 marzo e quelli diramati dal sistema sanitario, sbilanciando ancora di più in capo alle aziende la responsabilità di garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso prescrizioni inapplicabili, almeno in questo momento - si legge in una nota  dell'Ance -. E' emblematico in tal senso il richiamo del protocollo sottoscritto dalle parti sociali nazionali alla necessità di utilizzare le mascherine conformi, dispositivi che, come sanno tutti, oggi sono introvabili su mercato».

Poi il presidente dell'associazione frusinate, Massaro, aggiunge: «Intanto le parti sociali nazionali, ribadisco, ci chiedono di garantire la sicurezza dei lavoratori, che lavorano a meno di un metro di distanza, come spesso avviene in cantiere, attraverso l’utilizzo delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione individuale classificati conformi. Non riusciamo ad acquistare mascherine per i nostri lavoratori e riusciamo a reperire soltanto dispositivi non conformi a prezzi che andrebbero denunciati alla Guardia di Finanza.
Qualcuno è in grado di spiegarci, per esempio, come si applica il divieto di trasferta previsto dal protocollo alle nostre aziende che stanno eseguendo appalti pubblici o privati in altre Regioni ovvero all’interno delle zone rosse? Assai problematica, sotto questo profilo, è anche la gestione del trasporto dei lavoratori dalla sede aziendale all’unità operativa di cantiere, considerando il fortissimo pendolarismo che caratterizza il nostro settore attraverso tutta Italia».


Poi nella nota prosegue: «Dobbiamo fare fronte agli impegni presi, ai mutui, al pagamento dei fornitori. Cosa accade alle nostre aziende se, nonostante le nostre segnalazioni, i committenti non dispongono la sospensione dei cantieri? I nostri lavoratori, anche per tutelare se stessi e le proprie famiglie, in molti casi non sono più disponibili a lavorare in queste condizioni e le aziende si fermano. Noi vogliamo tutelare i lavoratori e le nostre aziende, ma non siamo disposti a diventare, per l’ennesima volta, le vittime sacrificali. Siamo pronti, se necessario, a chiudere tutto e procedere con ammortizzatori sociali e licenziamenti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero