Morto dopo la lite per un debito, l'aggressore condannato a 4 anni per omicidio

La vittima Michele Liburdi, 57 anni
Aggressione fatale dopo l'aggressione per un debito, Matteo Verdicchio, 26enne residente a Ceccano, difeso dall'avvocato Giampiero Vellucci, condannato a 4 anni e 5...

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Aggressione fatale dopo l'aggressione per un debito, Matteo Verdicchio, 26enne residente a Ceccano, difeso dall'avvocato Giampiero Vellucci, condannato a 4 anni e 5 mesi per la morte di Michele Liburdi un 57enne di Giuliano di Roma. Il pubblico ministero Barbara Trotta va detto, aveva chiesto 12 anni, diventati 8 perché l'imputato, accusato di omicidio preterintenzionale, ha scelto il rito abbreviato.

Ieri mattina dopo quattro udienze camerali il giudice ha pronunciato la sentenza.
I fatti come risalgono al luglio del 2018 quando l'imputato che rivendicava dei soldi per un debito rimasto insoluto, aveva affrontato Liburdi nei pressi di un bar sulla Monti Lepini. A seguito di quella discussione molto accesa erano volati calci e pugni. Liburdi era riuscito a risalire in macchina e ad allontanarsi da quel posto.

Ma una volta giunto nella sua abitazione, cominciò ad accusare un malore. I familiari preoccupati lo avevano accompagnato presso l'ospedale di Frosinone. Ma nel nosocomio frusinate l'uomo non ci arriverà mai. In ospedale Liburdi giungerà cadavere.

Secondo quanto emerso dall'esame autoptico il 52enne era morto a causa di una emorragia interna dovuta allo spappolamento della milza. A quel punto era stata aperta un'inchiesta. Fondamentale ai fini delle indagini sapere se i colpi inferti a Liburdi avevano provocato tale emorragia. Da qui l'iscrizione sul registro degli indagati per Matteo Verdicchio. Secondo il medico legale della procura Daniela Lucidi che quello incaricato dalla difesa di Verdicchio, il professore Saverio Potenza, avevano rilevato che la milza della vittima fosse più grande del normale, segno di una condizione di salute già precaria.

Ai fini della sentenza ha comunque retto la tesi della procura e degli avvocati di parte civile (Nicola Ottaviani e Marco Maietta) che hanno sempre sostenuto la tesi dell'omicidio preterintenzionale. Ai familiari della vittima è stata riconosciuta una provvisionale di 250mila euro in attesa dei danni da quantificare in sede civile.
 

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Il Messaggero