Claudio Rea, il Popeye ciociaro: a 60 anni si scopre un campione di braccio di ferro

Il pensionato di Arpino sul podio ai campionati europei in Moldavia

Claudio Rea, il Popeye ciociaro: a 60 anni si scopre un campione di braccio di ferro
Ha vinto titoli italiani, europei e mondiali, ma la sua disciplina non è riconosciuta a livello olimpico, per cui resta un dilettante. Claudio Rea, 66 anni, di Arpino, oggi...

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Ha vinto titoli italiani, europei e mondiali, ma la sua disciplina non è riconosciuta a livello olimpico, per cui resta un dilettante. Claudio Rea, 66 anni, di Arpino, oggi pensionato, una vita da dirigente d’azienda per un’industria farmaceutica, nella sua seconda vita si è scoperto campione, anzi, campionissimo. Lui ride e scherza all’idea che la sua impresa possa finire sotto i riflettori, ma la bravura è amplificata dai titoli e tanti, arrivati uno dopo l’altro e non per caso.

La disciplina è il braccio di ferro, chiunque di noi almeno una volta nella vita ha sfidato il compagno di classe, l’amico al bar, l’amico nello spogliatoio di calcetto, in spiaggia. Pensare, però, di andare a gareggiare per un titolo o di praticare il braccio di ferro come sport ce ne passa. Dal 2017 è campione Italiano in carica nella categoria over 60 nel peso sotto i 100 chilogrammi, qualche giorno fa nel Campionato Europeo in Moldavia disputato nella capitale Chisinau argento con il braccio destro, bronzo con il sinistro.

Nei campionati del Mondo nel 2019 argento con il braccio destro e bronzo con il sinistro e nel 2021 argento con il sinistro, una sconfitta che brucia perché Claudio stava dominando e vincendo: «Mi sono avvicinato a questa disciplina per gioco, anzi per sfida e curiosità. Nel 2012 un carissimo amico mi disse che c’era un torneo di Braccio di Ferro a Castelliri, perché ricordava che da ragazzo ero imbattibile. All’epoca avevo 55 anni, ma la cosa mi incuriosì così tanto, che il 31 luglio del 2012 mi segnai al torneo e lo vinsi battendo avversari molto più giovani di me, non c’erano ne pesi e ne categorie a distinguere le gare. Da lì è partita la passione, mi sono documentato. Ai mondiali perdevo sempre, allora ho deciso di segnarmi in palestra ed allenarmi».

La federazione italiana braccio di ferro (S.B.F.I.) come detto non è uno sport riconosciuto a livello olimpico, ma c’è un movimento importante in Europa, soprattutto in quella dell’est: «Non sono il solo a gareggiare, nel gergo “tirare” con due braccia – specifica Rea – nei tornei puoi iscriverti a entrambi e gareggiare con il braccio destro e con il braccio sinistro».

Come sei arrivato a questi livelli: «Facendo parte della federazione partecipo ai campioni italiani di categoria. Appartengo a quella Senior Gran Master over 60, all’interno di questa categoria poi c’è il peso, da 70, 80, 90, 100 kg e più 100. Io appartengo a quella che si avvicina tra i 90 e 100. Confermo che è uno sport dilettantistico, non ci sono rimborsi, la Federazione li riconosce solo se dal campionato italiano, europeo e mondiale riporti delle medaglie, se sei in zona podio praticamente. Per gareggiare all’Europeo o al Mondiale puoi farlo solo se sei un campione nazionale cioè se detieni il titolo. Ad oggi sono campione italiano in carica da 7 anni, dal 2017 non conosco sconfitte. Nel 2017 ho il campionato con braccio destro, nel 2018 con il sinistro, nel 19 destro e sinistro, nel 20 non si è gareggiato per la pandemia, nel 2021 con il destro e il sinistro, nel 2022 con il sinistro».

I campionati italiani si svolgono a Brescia, prima a Monsano provincia di Ancona.

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Il Messaggero