La chiesa diocesana non vuole rinunciare al titolo di Civitas Mariae (Città di Maria). La mattina del 14 agosto, nel corso del solenne rito...
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Hanno riflettuto e iniziato a buttare giù la risposta da trasmettere al primo cittadino. In questi giorni segnati dalle polemiche, tutti i sacerdoti sono stati in silenzio. Hanno osservato. Hanno ascoltato. E atteso gli eventi. Nel gruppo dei tredici firmatari solo una scarna minoranza ha preferito esporsi animosamente. Gli altri hanno scelto di defilarsi e attendere il momento giusto prima di far conoscere la propria posizione, che in sostanza rimane la stessa. I sacerdoti, nonostante il passo indietro della Giunta, chiedono a Enzo Salera di prendere ancora in considerazione la petizione presentata il 12 giugno scorso.
Ne spiegano le motivazioni. Ed esprimono il loro rammarico per il ripensamento avuto sia dal sindaco sia dagli assessori di annullare la delibera adottata lo scorso 8 luglio, passaggio istituzionale, prima della ratifica in Consiglio comunale, per l’elevazione di Cassino a città mariana. I parroci spiegano al sindaco che l’iter da loro scelti ‘non è irrituale’ ma risponde ad una prassi consolidata.
«l conferimento del titolo Civitas Mariae ad una città – scrivono don Nello Crescenzi, vicario di zona, e i parroci – nei Comuni che si fregiano di questo titolo, ha una valenza tale che il passaggio in Consiglio comunale, anche se è intermedio rispetto al Decreto di proclamazione che spetta al Vescovo, risponde ad una volontà di condivisione che un corretto senso di laicità accoglie e caldeggia».
I sacerdoti delle chiese di Cassino sottolineano che in tante città italiane è già avvenuto quello che loro ora chiedono, chiarendo che i vari Consigli comunali hanno interpretato e dato voce «alla devozione mariana dei loro concittadini presentando ai vescovi la parte migliore della tradizione religiosa, ispirata a sentimenti di coesione sociale, civile e non solo confessionale».
E aggiungono: «Nella nostra lettera di richiesta, il richiamo al dialogo interreligioso e ai valori condivisi della solidarietà e dell’accoglienza aveva proprio questo significato».
I parroci passano a spiegare l’altro punto, quello che ha sollevato in città la polemica e le proteste di tanti portando a trasformare il dibattito in un vero e proprio derby tra Santi. Da una parte i favorevoli a San Benedetto e dall’altra alla Madonna Assunta. I sacerdoti ritengono infondati i dubbi generati sulla possibilità di sostituire il patrono San Benedetto con la Madonna Assunta: «L’intenzione di noi sacerdoti era ben lontana da questi ipotetici scenari».
«Il nostro legame con la spiritualità benedettina è un fatto, così come lo è la nostra devozione alla Vergine Maria, che a Cassino veneriamo in particolar modo sotto lo speciale titolo della Madonna Assunta. Come spetta a San Benedetto il titolo di Patrono, così vorremmo per la città un riconoscimento che richiami al popolo devoto il suo amore alla Madre di Dio con il titolo di Civitas Mariae».
Uno scenario che per i parroci non crea né conflitto né contrasto. «Per noi sacerdoti – chiudono così la lettera – è un onore avere come Patrono San Benedetto e la Vergine Maria come Madre e Protettrice e crediamo fermamente che per tutta la città sia un onore avere come Patrono San Benedetto ed essere al tempo stesso Civitas Mariae». Don Nello e i sacerdoti, firmatari della lettera, sono pronti a confrontarsi e a collaborare ancora con il Comune. Si attende ora il prossimo passo della Giunta.
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Il Messaggero