Ceprano, ucciso dalla fidanzata: fissato il processo: prima udienza il 13 dicembre in Corte d'Assise

Ceprano, ucciso dalla fidanzata: fissato il processo: prima udienza il 13 dicembre in Corte d'Assise
   Omicidio del lago: giudizio immediato per Pamela Celani, la 27enne originaria di Alatri, rea confessa dell’omicidio del suo compagno Felice Lisi 24enne,...

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Omicidio del lago: giudizio immediato per Pamela Celani, la 27enne originaria di Alatri, rea confessa dell’omicidio del suo compagno Felice Lisi 24enne, originario di Cassino. Il processo, per fare piena luce sul delitto avvenuto il 31 maggio scorso a Ceprano, è stato fissato per il 13 dicembre prossimo dinanzi alla Corte d’assise del Tribunale di Frosinone.

 
La richiesta di giudizio immediato era stata avanzata, qualche settimana fa, dalla Procura della Repubblica di Frosinone nella giornata di lunedì il Gip ha sciolto la riserva ed ha accolto la richiesta fissando il giudizio per la 27enne accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
 
Ma la 27enne potrebbe non comparire dinanzi alla Corte d’assise, perché la sua difesa, rappresentata dall’avvocato Alessio Angelini, ha 15 giorni di tempo - una volta ricevuta la notifica della fissazione del processo -  per chiedere un rito alternativo, che vorrebbe dire rito abbreviato e sconto di pena. Un rito abbreviato che potrebbe anche essere condizionato a una perizia psichiatrica.
Ma al momento questa è solo un’ipotesi prevista dal codice.
Restano le gravi accuse e soprattutto il giudizio immediato chiesto della Procura di Frosinone anche alla luce della consulenza psichiatrica disposta nei confronti della donna.
 
L’omicidio, come noto, è avvenuto il 31 maggio scorso. Era il primissimo pomeriggio quando la donna, che da qualche tempo viveva con il suo giovane compagno, uscì nel giardino dell’abitazione di via Guardaluna, proprio sulle sponde del lago di Ceprano e chiese aiuto.
I vicini che accorsero trovarono una scena terrificante: il giovane Felice Lisi in una pozza di sangue ucciso con una pugnalata al cuore.
Lei riferì ai carabinieri della compagnia di Pontecorvo e ai colleghi del reparto operativo di Frosinone di averlo trovato ferito in cucina, ipotizzando un suicidio.
Una versione che, però, non convinse il sia il Pm Rita Caracuzzo, giunto sul posto, sia i carabinieri.
Vengono avviate, così, indagini anche con il supporto dei Ris e, da qui arriva la svolta.
  Il 13 giugno, a due settimane dalla morte di Felice Lisi, Pamela Celani confessa. “Abbiamo litigato e l’ho ucciso”. La confessione arriva dinanzi al suo legale, l’avvocato Alessio Angelini e alla criminologa Bruzzone.
Una confessione, piena e coerente, arrivata dopo che i Ris di Roma avevano riscontrato precise responsabilità nei suoi confronti.
Erano state raccolte prove che sconfessavano la prima versione di Pamela, vale a dire che Felice si era colpito da solo.
Per cui la donna, qualche ora dopo la confessione resa al suo avvocato viene interrogata dal Pm e, con tutte le garanzie di difesa, ribadisce la versione e si assume le sue responsabilità.
Per le si aprono le porte del carcere. IL resto è cronaca delle ultime ore: il Gip che accoglie la richiesta della Procura e il 13 dicembre prossimo dinanzi alla Corte d’assise di Frosinone ci sarà anche l’avvocato Claudio Persichino e il consulente Marco Romano, che assistono la famiglia di Felice Lisi. 

“Vogliamo giustizia”, hanno ribadito i familiari una volta appresa la notizia del processo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero