Ceccano commemora Francesco Bartoli, il pittore metafisico dell'Olocausto

Una delegazione cittadina ha deposto un omaggio floreale sulla tomba del pittore e scultore a dieci anni dalla sua scomparsa

La commemorazione del Maestro Francesco Bartoli a dieci anni dalla sua morte
A Ceccano la commemorazione del Maestro Francesco Bartoli, pittore e scultore metafisico, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Ieri, lunedì 22 gennaio,...

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A Ceccano la commemorazione del Maestro Francesco Bartoli, pittore e scultore metafisico, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Ieri, lunedì 22 gennaio, una delegazione cittadina ha voluto rivolgere un omaggio floreale al compianto artista ceccanese all’interno del cimitero fabraterno.

L’iniziativa è partita da una delegazione locale, fatta di familiari e amici di lunga data, a cui si è unito il consigliere comunale Alessio Patriarca, delegato alla cultura. Ha scoperto la sua figura attraverso i racconti di Stefano Gizzi, ex assessore al ramo, presente anch'egli all'iniziativa commemorativa.

Patriarca (cultura): «Profonda commozione»

«Con profonda emozione abbiamo voluto ricordare il Maestro Francesco Bartoli a dieci anni dalla sua scomparsa. - dichiara il consigliere Patriarca -. L'affetto delle persone era davvero palpabile e tutti hanno avuto parole di riconoscenza per lui e la sua disponibilità e genialità».

Ai familiari, in primis la moglie Magda, sono stati portati anche i saluti del sindaco Roberto Caligiore e dell’amministrazione comunale.

Il pittore metafisico dell'Olocausto

Francesco Bartoli era pittore, scultore e designer votato all’arte metafisica, puntando all’essenza oltre l’apparenza. Dopo cinque anni in America, era tornato in Ciociaria «per dedicarsi più intensamente alla pittura - ricordano gli estimatori - che nella maturità diveniva sempre più esigente di studi, di silenzi meditativi e di spazi».

Morì il 22 gennaio 2014, tra la stima e l’affetto di mezzo mondo a cui aveva mostrato la sua arte ma anche la propria umanità. Realizzò il ciclo “La morale del più folle”, nove tele dedicate all’Olocausto. 

«Opere che l’artista ha realizzato con grande sofferenza - sottolineano - convinto che per esorcizzare il male, occorra tenere viva e indignata la memoria». Se ne andò e viene commemorato proprio a ridosso del “Giorno della memoria”, il 27 gennaio.  

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Il Messaggero