Intercettazioni telefoniche, conversazioni carpite dalle microspie, filmati ripresi dalle telecamere nascoste, foto scattate durante i pedinamenti. Consiste in questo, oltre alle...
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Ma in un caso c'è una prova del tutto inedita: uno degli arrestati svela un tentativo di truffa parlando da solo. Il fatto (che non rientra tra quelli per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari) è contestato a Domenico Carnevale e il Gip Antonello Bracaglia Morante, nell'ordinanza di custodia cautelare, lo introduce così: «Particolarmente interessante appare questa intercettazione che registra un soliloquio dell'indagato Carnevale che in auto ripassa' tra sé e sé le frottole che andrà a dire all'utente di turno per farsi pagare il servizio...».
L'episodio risale al novembre del 2018. Carnevale sale in macchina per incontrare una persona che lavorava in un ristorante di Maenza al quale l'impiegato del Catasto, in cambio di una richiesta di denaro, intende assicurare che avrebbe fatto cancellare o ridurre i debiti delle cartelle esattoriali intestate alla madre (pur non essendo competenze del suo ufficio). Carnevale, in vista dell'appuntamento, si prepara il discorso e se lo ripete ad alta voce: «Ti vuoi far levare tutte queste cose? Vuoi mettere a posto? Allora fai come ti dico io: mi dai 2.500 euro subito e 2.500 euro me le dai entro Natale».
Dopo qualche minuto l'impiegato del Catasto torna sulla questione e si fa un altro discorsetto come se avesse davanti l'interlocutore che di lì a poco avrebbe incontrato: «Se non fai queste cose va a finire male. Vi sequestrano tutto, ma pure su ipoteche, sulle case, l'azienda lì».
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Il Messaggero