Cassino, tre avvocati aggrediti nelle udienze: «Innalzare i livelli di sicurezza»

A denunciare l'aggressione Costanza De Vivo che assiste un professionista in un processo per colpa medica

Cassino, tre avvocati aggrediti nelle udienze: «Innalzare i livelli di sicurezza»
Un'aggressione verbale che sarebbe iniziata, in maniera discreta, durante l'udienza per poi arrivare alla fase plateale una volta all'esterno del tribunale. A...

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Un'aggressione verbale che sarebbe iniziata, in maniera discreta, durante l'udienza per poi arrivare alla fase plateale una volta all'esterno del tribunale. A denunciare l'aggressione è stato l'avvocato Costanza De Vivo che assiste un professionista in un processo per colpa medica. Il fatto è accaduto il 15 febbraio scorso, ma a rendere nota la vicenda è stato ieri mattina il presidente della Camera penale di Cassino, l'avvocato Pasquale Improta. «La collega, impegnata nella difesa nell'ambito di un processo per responsabilità medica, è stata pesantemente minacciata e offesa mentre svolgeva il proprio ministero defensionale», ha spiegato l'avvocato Improta. Poi ha aggiunto: «Nel caso di specie, l'aggressione è stata perpetrata proprio nell'aula di udienza, luogo sacralmente deputato al leale e dialettico confronto tra le parti. Nell'ambito di questa vicenda processuale anche altre colleghe hanno subito dagli stessi soggetti, ingiurie e minacce». Il processo, come accennato, concerne una responsabilità medica, per quale già si sono verificati episodi del genere nei confronti di due avvocati: Eleonora Rea e Marilena Colagiacomo. L'udienza del 15 febbraio è stata rinviata alla giornata di oggi, per questo la Camera penale ha chiesto di innalzare il sistema di sicurezza prima e dopo le udienze.

LA RICHIESTA

«Il clima così sapientemente avvelenato - ha aggiunto Improta - fa perdere di vista la imprescindibilità della funzione difensiva nutrendo, invece, con crasso livore, la pancia ma non il cervello dell'opinione pubblica. Le garanzie riconosciute all'imputato e al proprio difensore esprimono la misura del tasso di libertà e democrazia di uno Stato liberale, attento alle garanzie di tutti gli individui ritenuti colpevoli sono con sentenza irrevocabile. La Camera penale - ha concluso - terrà sempre alta l'attenzione su tale grave problema. Esortiamo il presidente del Tribunale e le autorità preposte ad intensificare il presidio delle forze dell'ordine soprattutto durante processi "sensibili" come quello in cui è impegnata la collega, in cui, spesso, la tensione esondai limiti di tollerabilità».
 

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Il Messaggero