Cassino, radioamatore scambiato per terrorista: finisce a processo, ma viene assolto

Cassino, radioamatore scambiato per terrorista: finisce a processo, ma viene assolto
Quelle interferenze sulle radiofrequenze riservate al Servizio Mobile Aereonautico avevano creato non poche difficoltà sulla rotta aerea nord Atlantica che attraversa...

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Quelle interferenze sulle radiofrequenze riservate al Servizio Mobile Aereonautico avevano creato non poche difficoltà sulla rotta aerea nord Atlantica che attraversa proprio la Ciociaria. Si era creata una sorta di zona grigia nella quale gli aerei di linea in transito e diretti soprattutto in Inghilterra entravano e poi scomparivano. S'interrompevano o venivano disturbate tutte le comunicazioni con le torri di controllo.

Un caso che nel 2015 preoccupò e non poco le autorità inglesi che, tramite l'Autorità britannica per le garanzie nelle comunicazioni, informò la procura di Roma. Ne scaturì un'inchiesta transnazionale, con la finalità d' individuare una presunta cellula terroristica dedita alla pirateria radio, che ben presto portò a localizzare Cassino e l'abitazione di un anziano del Cassinate, come punto di partenza delle interferenze.

LE INDAGINI

Le indagini partite dalla procura di Roma, dunque, passate per competenza alla giurisdizione di Cassino, sono state eseguite dalla polizia postale italiana e dagli agenti speciali di sua maestà la regina d'Inghilterra. Nel 2016 addirittura un agente speciale inglese arrivò in Italia per dare corso ad una perquisizione a casa dell'uomo.
Ci fu il sequestro di antenne e apparecchiature per la trasmissione radio e contestualmente gli fu notificato un avviso di garanzia per il reato di «pericolo alla pubblica sicurezza dei trasporti per terra e aria», per il quale, poi, è finito a processo.

Per arrivare all'identikit dell'uomo c'è stato un lungo periodo d'intercettazione proprio sulle radiofrequenze riservate che creavano difficoltà sulla rotta aerea. Conversazioni dove parlavano esclusivamente radioamatori. Nessuna cellula terroristica, nessun servizio segreto deviato. Nelle conversazioni, entrate nel processo, non si parlava che di auguri di compleanno e saluti tra vecchi amici. Nonostante ciò l'uomo di Colfelice è finito sotto processo e la procura ha chiesto per lui 10 mesi di reclusione. Ma è stato assolto.

Scrive il giudice nella sentenza: «Non vi è dubbio che tra gli utilizzatori delle frequenze riservate vi fosse l'imputato, ma dalle indagini svolte non si desume quale pericolo, in concreto, sia stato causato alla sicurezza dei trasporti pubblici». Una semplice e innocua passione per la radiofrequenza per cui all'uomo, assistito dall'avvocato Luigi Pascarella gli sono stati restituiti tutti gli apparecchi trasmettitori e ricevitori caduti in sequestro.

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Il Messaggero