Cassino, inchiesta sulla nomina del direttore generale del Cosilam: tutti prosciolti

Cassino, inchiesta sulla nomina del direttore generale del Cosilam: tutti prosciolti
Inchiesta sulla nomina del direttore generale del Cosilam: tutti prosciolti. A finire nelle maglie dell'indagine erano stati l'ex Consiglio di Amministrazione del Cosilam...

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Inchiesta sulla nomina del direttore generale del Cosilam: tutti prosciolti. A finire nelle maglie dell'indagine erano stati l'ex Consiglio di Amministrazione del Cosilam composto dall'allora presidente Pietro Zola (difeso dagli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola), dall'ex vice presiedente Francesco Mosillo (difeso dal professor Antonio Fiorella e dall'avvocato Gianrico Ranaldi) e dall'ex consigliere Umberto Satini (difeso dall'avvocato Ermete Grossi). Ma anche l’ex presidente del consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese (difeso dall'avvocato Sandro Salera e Paolo Marandola) e l’avvocato Annalisa D'Aguanno (difesa dagli avvocati Piero D'Orio e Armando Pacione).

A tutti veniva contestato il reato di Turbata libertà nella scelta del contraente.  Al centro delle indagini la nomina del direttore generale del Cosilam avvenuta nel 2016 e ricaduta, come noto, sull’avvocato Annalisa D’Aguanno in carica fino al 2019. 

Il caso risale a tre anni fa circa, quando gli inquirenti di piazza Labriola a Cassino, ricevuta una denuncia, aprono un fascicolo. Ben presto vengono sequestrati gli smartphone e isolati alcuni messaggi di chat. Proprio sui contenuti dei telefonini c’è stata una questione di diritto molto importante.  

Gli avvocati nel corso dell'udienza preliminare hanno sollevato la questione legata all'utilizzo di tutto il materiale rintracciato negli smartphone degli indagati. Il Pm, però, si era opposto per garantire la privacy di ciascuno mettendo a disposizione delle parti solo i messaggi d’interesse. Ad ogni modo, questione di diritto a parte, il Gup Di Croce ha ritenuto di prosciogliere tutti gli imputati. Ora si attendono le motivazioni del Gup per capire sulla scorta di quali elementi poggia la decisione.

«Ho sempre creduto nel ruolo imparziale della giustizia, alla quale mi sono affidato. Sapevo tre anni fa, come sarebbe andata a finire perché non ho fatto nulla», sono state le parole di Abbruzzese. «All’interno del cda ho sempre svolta il mio ruolo con correttezza e buona fede. Ho sempre confidato nella magistratura», ha affermato Satini.

 

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Il Messaggero