Carte fedeltà, l'ombra della truffa Il Garante sanziona due aziende

Il Comando dei carabinieri di Frosinone
La Carta fedeltà? Attenti, può essere una truffa. L’associazione dei consumatori Co.di.ci. di Alatri, infatti, ha smascherato due tentativi di truffa ad...

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La Carta fedeltà? Attenti, può essere una truffa. L’associazione dei consumatori Co.di.ci. di Alatri, infatti, ha smascherato due tentativi di truffa ad Alatri e Guarcino. Le due aziende coinvolte erano già state sanzionate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Le due aziende proponevano buoni sconto e fidelity card gratuite, in realtà facevano sottoscrivere ai clienti, dei contratti di vendita per circa 7mila euro. Alla fine del mese scorso una quarantaduenne di Guarcino riceveva la visita presso la propria abitazione da parte di un agente di commercio, che chiedeva di lasciare un catalogo dimostrativo di prodotti per la casa. Rassicurando circa l’assenza di alcun obbligo di acquisto, l’agente induceva la signora a firmare dei documenti sulla privacy, a suo dire necessari per poter usufruire gratuitamente degli sconti annunciati. Peccato che si trattasse, in realtà, di un vero e proprio contratto per l’acquisto di beni per circa 7 mila euro. La signora, insospettita dalle insistenti chiamate telefoniche ricevute nei giorni successivi, si rivolgeva all’avv. Roberto Tofani ed al dottor Angelo Terrinoni dell’associazione dei consumatori Co.di.ci. sede di Alatri, i quali hanno richiesto ed ottenuto l’annullamento del contratto.

Lo stesso staff legale di Co.di.ci. aveva già in precedenza sventato un simile tentativo di truffa operato, a metà del 2016, da una diversa società nei confronti di una 63enne di Alatri. Anche in questo caso, in un primo incontro presso la sua abitazione, la signora era stata indotta a firmare dei moduli per ottenere gratuitamente un catalogo di prodotti per la casa. Nei giorni successivi il venditore ha suonato di nuovo alla porta della malcapitata, chiedendole di acquistare, come da contratto, beni per circa 7mila euro, minacciando azioni legali di recupero del credito.

Di fronte alle insistenze dell’agente, la figlia della anziana signora contattava lo staff della Associazione dei consumatori che le consigliava di non cedere alle pretese del venditore, di non consegnare alcuna somma di denaro e di avvertire immediatamente le forze dell’ordine. Solo a quel punto, preoccupato dalla reazione della signora e dal possibile intervento dei carabinieri, il venditore ha raccolto frettolosamente tutta la documentazione ed il catalogo di acquisto, per battere in ritirata. L’Avv. Tofani sottolinea che: «Entrambe le società erano già state sanzionate dal Garante della Concorrenza e del Mercato per comportamenti scorretti nei confronti dei consumatori e per aver fornito informazioni inesatte definendo ingannevoli le modalità utilizzate al fine di indurre le vittime a concludere, inconsapevolmente, contratti finalizzati all’acquisto di prodotti per la casa». Su queste (fallite) truffa stanno comunque indagando anche i carabinieri che da tempo, al pari della polizia, hanno avviato una campagna contro le facili promesse e i susseguenti raggiri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero