Frosinone, beffa finale: il Cittadella segna allo scadere e vince 1-0

Frosinone, beffa finale: il Cittadella segna allo scadere e vince 1-0
 E' un Frosinone che non conosce le mezze misure. O la vince o la perde. Dopo cinque gare, tre vittorie e due sconfitte. Quello che fa recriminare però è...

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 E' un Frosinone che non conosce le mezze misure. O la vince o la perde. Dopo cinque gare, tre vittorie e due sconfitte. Quello che fa recriminare però è che entrambi gli zero, compreso quello di ieri a Cittadella, sono stati ampiamente immeritati. I canarini, scesi in campo in emergenza con tre titolari fuori, sono finiti ko in Veneto per una rete subita nei minuti di recupero, dopo essere stati sempre nel controllo del match, avendo avuto anche numerose occasioni per sbloccarlo. Ma nel calcio le partite sono spesso decise dai singoli episodi e così è capitato che proprio nei secondi finali il fino ad allora perfetto Turati aziona una delle sue uscite, calcolando male i tempi e carambolando sul suo difensore, la palla gli sfugge di mano ed il successivo batti e ribatti a pochi centimetri dalla linea di porta premia Beretta che insacca. Un pari sarebbe stato più giusto per due squadre che si sono affrontate a viso aperto, con diverse occasioni da una parte e dall'altra. Forse più limpide quelle dei canarini, che hanno ben interpretato il match, con Caso, autentica spina nel fianco della difesa amaranto, bravo a farsi trovare pronto nei tagli propiziati dai lanci lunghi della difesa. Il portiere Kastrati ha dovuto fare i miracoli per arginarlo, ma da lui è mancato il guizzo ed il colpo di fortuna per metterla dentro. Una beffa costata un punto ai giallazzurri che quest'anno non riescono proprio a pareggiare. Una dura lezione, perché proprio negli ultimi minuti, quando forse ci si era rassegnati alla divisione della posta, è arrivato il colpo del ko.


I canarini perdono la testa della classifica, scavalcati anche dal Cagliari, mentre Reggina e Brescia, vittoriose rispettivamente a Pisa e Modena, vanno in fuga.
La partita era già iniziata sotto cattivi segnali, perché alle annunciate defezioni di Kone e Oyono, Grosso ha dovuto aggiungere quella di Rohden, fermatosi proprio nel riscaldamento prepartita per un risentimento muscolare. Chiamato a sostituirlo è stato il giovane Oliveri in un battesimo del fuoco da titolare per lui. In difesa è la volta del debutto da titolare per Sampirisi sulla fascia, mentre a centrocampo la scelta per sostituire Kone cade su Lulic. In attacco Mulattieri viene preferito a Moro nell'undici iniziale.

LA SFIDA

I primi minuti vedono i padroni di casa molto propositivi, con il Frosinone che prende le misure agli avversari. Dopo una occasione di Baldini, il Frosinone risponde con Caso. Ben servito dalla retroguardia controlla il pallone e si libera dei difensori, ma su di lui esce con tempismo Kastrati che gli scippa il pallone in uscita a terra. Il successivo contatto fa fischiare il rigore all'arbitro, richiamato e corretto in seguito dal Var che aveva notato l'entrata sul pallone del portiere veneto. Poi è ancora Frosinone con uno splendido tiro in acrobazia di Lucioni, indirizzato sul sette avversario, ma deviato di quel poco dalla difesa che impedisce al difensore canarino di esultare per un gol alla Cristiano Ronaldo. Dopo un altro tentativo di Caso neutralizzato da Kastrati, il Cittadella va vicino al vantaggio con Tounkara (che al 46' verrà sostituito dal match winner Beretta), che ribatte un pallone vagante verso la porta frusinate, fermato proprio sulla linea dal tempestivo Turati.
Turati si fa trovare pronto anche ad inizio secondo tempo su un insidioso tiro-cross di Antonucci. Risponde il Frosinone con una bella azione solitaria di Mulattieri, che aziona un contropiede. In vantaggio numerico l'appoggio su Caso ed il successivo lancio di quest'ultimo su Garritano è forse un tantino ritardato ed ancora Kastrati in uscita salva il risultato dei suoi. La sequela delle sostituzioni non cambia gli equilibri del match che rimane aperto. Fino al recupero, quando Beretta mette a segno il gol beffa per i canarini.


Alessandro Biagi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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Il Messaggero