Istinto e fantasia, Re Leone Dionisi si riprende il Frosinone

Istinto e fantasia, Re Leone Dionisi si riprende il Frosinone
Re Leone si ricarica sulle spalle il Frosinone, imprime il sigillo a un match fino a quel momento complicato e riaccende i sogni dei tifosi. Tutto d’istinto, di fantasia,...

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Re Leone si ricarica sulle spalle il Frosinone, imprime il sigillo a un match fino a quel momento complicato e riaccende i sogni dei tifosi. Tutto d’istinto, di fantasia, di sano egoismo. A modo suo. Da bomber di razza. Come piace a lui, a Dionisi, al punto di divorarsi anche un gol prima di ipotecare la contesa.

Contro il Pescara contava soltanto la vittoria, come aveva chiesto Nesta. I giallazzurri centrano l’obiettivo con un gioco non brillante, ma fatto di fiammate quando l’attaccante reatino decide di prendersi la scena. Con il minimo sforzo piegano 2-0 gli abruzzesi, statici e impotenti, inanellano il terzo successo di fila senza subire reti e irrompono nei piani alti, issandosi al terzo posto dopo il colpo del Pordenone a Cosenza. La scalata è compiuta: la Serie A non è più così lontana come a inizio stagione. Non c’era modo migliore per arrivare con il pieno d’entusiasmo e di fiducia al big match di sabato al Vigorito con il Benevento capolista. Non uno scontro diretto qualunque: sarà anche un banco di prova per testare crescita e maturità della squadra di Nesta.
La gara con il Delfino, a caccia del riscatto dopo il mezzo passo falso contro il Venezia, non si preannunciava semplice, anche per l’attacco da numeri scintillanti degli uomini di Zauri. E così è stato. Il Pescara, per evitare di subire, si schiera quasi a specchio con il Frosinone e pressa sulla mediana. Ed ecco che l’incontro diventa una partita a scacchi. Una valanga di fraseggi per vie centrali, poche verticalizzazioni, ritmo blando e portieri spettatori. Di affondi e pericoli nemmeno l’ombra. Tanto che il primo tiro viene scagliato al 21’. Le squadre si studiano e si annullano. Non riescono a colpire e le marcature sembrano a uomo. Un primo tempo da partita del cuore. Galano e Machìn, i biancazzurri più avanzati, non incidono; Ciano e Novakovich, quest’ultimo preferito a Dionisi, sono ingabbiati nella ragnatela avversaria.

Nella ripresa i canarini appaiono più vivaci, ma faticano a penetrare nelle maglie abruzzesi. Il rischio è che il leitmotiv resti lo stesso. Nesta, allora, capisce che deve spezzare l’apatia del match e, all’11’, inserisce Dionisi al posto dell’americano, un po’ in ombra. È la mossa che dà la scossa. Re Leone ha un altro passo e si vede. Con idee, imprevedibilità e rapidità abbatte con due tocchi il muro degli adriatici. Al 18’ serve un assist da cineteca a Maiello, spianandogli la via del gol. È l’1-0. Il Pescara reagisce, cerca di premere, ma senza creare vere occasioni. Di riflesso, però, si sbilancia concedendo praterie al Frosinone. E le chance per chiudere la gara fioccano: al 39’ con Paganini, tiro ribattuto, al 42’ con Capuano, servito da Dionisi, e al 45’ con lo stesso bomber che non finalizza l’invito di Ciano. Allora è ancora lui, Re Leone, a firmare il 2-0 su suggerimento di Hass aprendo così al Frosinone le porte del paradiso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero