Cade la prima neve a Campocatino, ma nessuno vuole gli impianti sciistici

Cade la prima neve a Campocatino, ma nessuno vuole gli impianti sciistici
Arriva la prima neve, ma la stazione sciistica di Campocatino rischia di morire in maniera definitiva. È questo il grido di allarme che viene dall'amministrazione...

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Arriva la prima neve, ma la stazione sciistica di Campocatino rischia di morire in maniera definitiva. È questo il grido di allarme che viene dall'amministrazione comunale di Guarcino dopo l'ennesima manifestazione di interesse andata deserta.


Ieri le cime della montagna più alta della Ciociaria si sono svegliate ricoperte da una leggera coltre bianca. La prima nevicata dell'anno, se fa ben sperare per un inverno ricco di neve, dall'altro ha ricordato come, a meno di un mese da quella che dovrebbe essere l'apertura degli impianti, la stazione sciistica più importante della provincia è ancora in altissimo mare.

«Sono amareggiato ed anche un po' sconsolato - spiega il sindaco di Guarcino, Urbano Restante -. Dal mese di luglio stiamo cercando qualche imprenditore in grado di rilevare la gestione della stazione sciistica ma senza risultati. Nell'ultima manifestazione di interesse il comune ha messo sul piatto anche 25 mila euro dei propri fondi a disposizione. Di più non possiamo fare. Qualche contatto con imprenditori del vicino Abruzzo c'è stato ma poi non si sono fatti più sentire».

CORSA CONTRO IL TEMPO
C'è il rischio concreto che quindi Campocatino resti chiusa? «Il rischio, è inutile negarlo, c'è. Faremo di tutto per scongiurarlo. In settimana riunirò la maggioranza per trovare altre soluzioni. Non escludo la gestione diretta del comune come ultima ipotesi o un affidamento provvisorio come lo scorso anno».

Si tratterebbe di soluzioni tampone che, però, non consentirebbero operazioni di rilancio. Campocatino, al contrario, necessita di investimenti: il completamento dell'invaso d'acqua (servono 350mila euro fondi promessi dalla Regione ma mai arrivati) per poi realizzare l'impianto di innevamento artificiale così da non essere eccessivamente legati al meteo; l'ammodernamento degli impianti; l'acquisto di nuovi gatti delle nevi per battere le piste.
Il tempo stringe.

«Ci sono un centinaio di posti di lavoro da salvaguardare tra operatori di alberghi, bar, gestori degli impianti, maestri di sci a cui si aggiunge tutto l'indotto che può creare il turismo invernale anche in paese Sarebbe un disastro per tutta la comunità - continua il primo cittadino - Però bisogna partire subito perché lo scorso anno abbiano iniziato solo il 26 gennaio e il bilancio è stato negativo».

BILANCI IN ROSSO
Lo scorso anno, considerando che di fatto si è lavorato solo per poche domeniche di febbraio e marzo (togliendo quelle con il maltempo), si è incassato appena 67 mila euro circa a fronte di un costo operativo di gestione di 97 mila con una perdita di 30 mila euro compensata poi dall'intervento comunale.


Il boom si ha ovviamente durante le vacanze di Natale. Il mese di dicembre e fino all'Epifania, se c'è neve, è un periodo che da solo riesce a salvare la stagione. Gennaio è poi il mese d'eccellenza per lo sci con le temperature rigide che garantiscono la neve migliore. Iniziando a febbraio di fatto la stagione è già compromessa. Ora è corsa contro il tempo per trovare una soluzione in extremis per salvare la stazione sciistica. Appassionati e operatori restano con il fiato sospeso.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero