Aggressione all'immigrato sul pullman Cotral di fronte allo stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano: indagano i carabinieri. Gli accertamenti sono scattati dopo la...
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L'ALTRA VERSIONE
La sua sarebbe stata un'azione violenta di legittima difesa perché l'immigrato era presente all'interno del pullman da Frosinone e non voleva lasciare l'abitacolo del mezzo. Motivo? Voleva essere riaccompagnato a Ceccano dove vive. Al diniego, perché davanti al cancello 4 dello stabilimento Fca c'è il capolinea, l'immigrato si sarebbe scagliato contro l'autista. Il dipendente Cotral ha riferito ai carabinieri di essersi «solo difeso», sostenendo che riprenderebbe sono un momento dei fatti.
L'immigrato, identificato dai carabinieri lunedì sera, al momento non ha presentato querela, almeno non lo ha fatto alle forze dell'ordine competenti sul luogo del fatto.
SI CERCA L'AUTORE DEL VIDEO
I militari dell'Arma ora cercano l'autore del video che è stato diffuso su un profilo Facebook ed altri eventuali testimoni. I cittadini si sono divisi: c'è chi difende l'immigrato e chi l'autista.
Cotral ha già annunciato l'avvio di un provvedimento disciplinare. «Il comportamento dell'autista - ha fatto sapere l'azienda - è inaccettabile».
IL PROBLEMA SICUREZZA
Prendono posizione sul caso i sindacati Fit Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Autoferrotranvieri, che condannano ogni forma di violenza, ma aggiungono: «Come al solito la colpa si dà senza un minimo di ricerca delle motivazioni che hanno portato all'esasperazione di un gesto, ma come già accaduto con altri episodi si giudica solo guardando alcuni fotogrammi sui social».
Da tempo, proseguono i sindacati, «denunciamo lo stato precario della sicurezza dei lavoratori di front line del trasporto pubblico locale tutto: quotidianamente si registrano aggressioni al personale e le aziende e le istituzioni non garantiscono a pieno l'incolumità dei lavoratori del settore, i quali ogni giorno si trovano ad affrontare le aggressioni di alcuni (fortunatamente pochi)».
Ermenegildo Rossi dell'Ugl di Roma, pur condannando il gesto violento, mette in guardia dalla gogna: «La percezione è che i lavoratori diventino facilmente oggetto di condanna sommaria, per direttissima e senza processo, con plauso popolare alla gogna mediatica e con qualcuno sempre pronto a filmare e documentare gli abusi».
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Il Messaggero