Caro energia, l'allarme di Federlazio: «In Ciociaria a rischio un'impresa su cinque»

Caro energia, l'allarme di Federlazio: «In Ciociaria a rischio un'impresa su cinque»
Prima l'ondata di Covid-19, ora l'impennata del costo dell'energia che si abbatte non solo sui bilanci delle famiglie, ma anche su quelli delle aziende. L'ultimo...

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Prima l'ondata di Covid-19, ora l'impennata del costo dell'energia che si abbatte non solo sui bilanci delle famiglie, ma anche su quelli delle aziende. L'ultimo allarme arriva dalla Federlazio Frosinone, l'associazione delle piccole e medie imprese, che disegna uno scenario preoccupante e definisce il rialzo dei prezzi dell'elettricità una «pandemia energetica». Non solo. Snocciola i numeri legati al caro bollette: «Nel Lazio centomila imprese sono in grave difficoltà».

Il dato è emerso da un'indagine, condotta a mo' di consultazione, su un campione rappresentativo di imprenditori della regione. Le stime sono state elaborate dall'ufficio studi della Federlazio. «Delle centomila aziende interessate - spiegano dalla sede frusinate dell'organizzazione di categoria - circa il 15 per cento sono attive in Ciociaria e di queste almeno una su cinque rischia di subire pesanti ripercussioni, in particolare nel settore manifatturiero».

Già, perché questo comparto è uno dei più diffusi sul territorio. In provincia di Frosinone, infatti, queste attività produttive rappresentano l'8 per cento del totale, a fronte del 5 per cento calcolato nell'intera regione. Ecco perché Federlazio intende mantenere i riflettori accesi sull'emergenza energetica e invoca interventi. «L'aumento incontrollato dei prezzi dell'energia impatta in maniera pesantemente negativa sull'attività di almeno centomila imprese manifatturiere, commerciali e terziarie della nostra regione - spiegano da Federlazio dopo l'ultima rilevazione -. Secondo calcoli effettuati dalla Cgia di Mestre su dati Terna, Arera, Eurostat e Gme, inoltre, l'esplosione dei costi pesa nei bilanci delle imprese del Lazio per oltre 6,3 miliardi di euro».

Per Federlazio il pericolo c'è: «In questo contesto vi sono intere filiere industriali che rischiano di sospendere le proprie produzioni. Tra queste attualmente risulta particolarmente grave la condizione di quelle che operano nei distretti della ceramica di Civita Castellana, ma sono a rischio anche molti altri segmenti industriali: dalla trasformazione alimentare al tessile, dalla metallurgia alla meccanica e all'elettronica, dalla chimica di trasformazione alle lavorazioni delle materie plastiche, dal chimico-farmaceutico al cartario. Soffrono in maniera significativa - si aggiunge - anche molti settori del terziario: i servizi di ristorazione, la distribuzione, in maniera particolare il dettaglio, la logistica e i trasporti che sono stati colpiti in questi mesi anche dall'aumento dei costi del carburante». Federlazio, già a inizio anno dopo un'indagine congiunturale, aveva ravvisato «la necessità di un intervento urgente da parte delle istituzioni per far fronte alle criticità causate dall'incremento dei costi dell'energia e dalle tensioni sui mercati di approvvigionamento delle materie prime». Per Federlazio il problema del costo dell'energia si era già posto prima della guerra in Ucraina. Due i motivi indicati: «La dipendenza e fragilità sul fronte dell'approvvigionamento energetico e una serie di imposte e balzelli che storicamente appesantiscono i costi delle bollette».

IL PRESIDENTE


Il presidente della Federlazio Frosinone, Nino Polito, chiede interventi. Innanzitutto, spiega, bisogna «scongiurare la probabilità di recessione». «Il sistema impresa saprà fronteggiare le prossime e più impegnative condizioni a patto che ognuno faccia la propria parte». Da qui le misure «immediate» ritenute necessarie: «Un tetto al prezzo del gas, sganciare il prezzo dell'elettricità rendendolo indipendente dalle dinamiche che regolano il mercato del gas; estendere la cassa integrazione guadagni alle imprese in sofferenza a causa del caro-energia; rinnovare i crediti d'imposta in scadenza; semplificare i requisiti di accesso alle agevolazioni a favore delle imprese energivore; mettere in campo finanziamenti ad hoc per le aziende» in difficoltà sul fronte dei costi energetici. Per Polito, inoltre, è fondamentale sviluppare le fonti rinnovabili e le possibili alternative al gas nella produzione di energia per arrivare alla agognata indipendenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero