OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Anziano di 82 anni di Ferentino muore dopo un’operazione all’anca, sei medici di una clinica privata di Roma rischiano il processo per omicidio colposo. La Procura capitolina ha chiesto il loro rinvio a giudizio. Si tratta di un cardiologo, tre anestesisti, un ortopedico ed un fisioterapista. E ieri il giudice ha accolto la costituzione di parte di civile da parte dei familiari dell’anziano deceduto. Questi ultimi verranno rappresentati dagli avvocati Vanessa D’Arpino, Antonio Perlini e Nicola Di Tomassi. I legali hanno chiesto che venga disposta anche la responsabilità civile da parte della dirigenza della clinica.
La vicenda risale a tre anni fa quando M.S., queste le iniziali del ferentinate deceduto, si è recato in quella clinica romana per essere sottoposto ad un intervento chirurgico per la sostituzione di protesi dell’anca. Una operazione che generalmente viene effettuata dopo una decina di anni dal primo intervento a causa dell’usura della protesi stessa. Ma l’anziano che sapeva già a che tipo di intervento avrebbe dovuto sottoporsi, era entrato in clinica tranquillo. Il paziente però ha cominciato ad avere problemi nel decorso post operatorio. Quella febbre che non accennava a scendere, e quei disturbi intestinali che gli avevano provocato una forte dissenteria lo avevano fortemente debilitato. E siccome la situazione peggiorava di giorno in giorno i sanitari della clinica privata hanno deciso di trasferire l’anziano presso l’ospedale “San Camillo” di Roma dove però l’anziano è spirato subito dopo.
L’esame autoptico effettuato sulla salma avrebbe accertato un decesso a causa di una emorragia interna. Il sospetto è che a scatenare questa emorragia possa essere stato un farmaco anticoagulante che il paziente avrebbe dovuto sospendere almeno quattro giorni prima dall’intervento. Da qui l’avvio dell’inchiesta da parte della procura del tribunale di Roma. Inchiesta che ha portato i sei indagati davanti nel mirino della magistratura.
Il prossimo 17 aprile gli indagati accompagnati dai loro legali difensori dovranno comparire davanti al giudice per le udienze preliminari che dovrà decidere se trascinarli o meno sotto processo. I familiari dell’anziano chiedono soltanto di sapere la verità chiedono di sapere e se la morte del loro congiunto è da attribuire ad un comportamento superficiale da parte dei sanitari che lo tenevano in cura.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero