Anagni, la zona Calzatora ancora chiusa ad un anno e mezzo dalla frana: i cittadini protestano

Lo smottamento nel gennaio del 2021, ma la viabilità è ancora interdetta nonostante gli annunci

Anagni, la zona Calzatora ancora chiusa ad un anno e mezzo dalla frana: i cittadini protestano
Tornano gli striscioni di protesta contro il ritardo nei lavori per la sistemazione della frana in zona Calzatora di Anagni. Con i cittadini che abitano nella contrada che hanno...

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Tornano gli striscioni di protesta contro il ritardo nei lavori per la sistemazione della frana in zona Calzatora di Anagni. Con i cittadini che abitano nella contrada che hanno deciso così di sottolineare come, al di là delle promesse ufficiali, da quasi un anno e mezzo nulla sia stato praticamente fatto per risolvere un problema che crea infiniti disagi a decine di famiglie.

Domenica mattina, dalle prime luci dell'alba, i cittadini hanno potuto notare come da una parte e dall'altra della strada interrotta dalla frana, fossero stati appesi una serie di manifesti e striscioni polemici contro il ritardo dei lavori per la sistemazione della frana. La vicenda, purtroppo, per gli abitanti della zona è tristemente nota.

Il 2 gennaio del 2021 infatti un forte smottamento, causato con ogni probabilità dalle piogge di quei giorni, aveva fatto franare una parte della strada che collega gli abitanti del quartiere al centro della città dei papi. Strada che, tra l'altro, mette anche in collegamento la città con il Collegio Leoniano.

Il sindaco Daniele Natalia, con un'ordinanza, aveva disposto la chiusura della strada per evitare danni ulteriori; ed aveva anche stabilito l'evacuazione di una famiglia che abitava in una casa considerata a rischio. A quel punto erano state fatte numerose assicurazioni sul fatto che la frana sarebbe stata sistemata in tempi rapidi, per permettere il ripristino della normalità. Il dato di fatto è che però, nonostante i diversi annunci, e nonostante l'effettuazione di lavori che hanno, almeno, consentito il rientro a casa della famiglia evacuata, tutto è rimasto come era.

Ad oggi, infatti, la strada è ancora chiusa e i numerosi cittadini della zona sono costretti ancora a fare, per spostarsi, percorsi alternativi estremamente lunghi, con conseguente perdita di tempo e di denaro. Per non parlare dei disagi dovuti al fatto che le piogge provocano, in ogni circostanza, veri e propri fiumi di fango che scendono verso il basso, generando disagi intuibili. Una situazione che era stata più volte segnalata anche da parte di enti come Legambiente. Che negli ultimi mesi ha progressivamente monitorato il ritardo tra le promesse fatte ed i lavori effettivamente svolti.

L'approvazione del bilancio consuntivo durante l'ultimo consiglio comunale, con l'annuncio delle opere che verranno effettuate nei prossimi mesi, ha evidentemente urtato la suscettibilità di cittadini. Che hanno chiesto, con questa nuova plateale protesta, di risolvere in fretta un problema che, da loro, viene considerato particolarmente rilevante.
 

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Il Messaggero