Alcol e droga, boom di dipendenze tra i più giovani: il lavoro prezioso e difficile delle Unità di Strada

Alcol e droga, boom di dipendenze tra i più giovani: il lavoro prezioso e difficile delle Unità di Strada
Aumentano le prestazioni del SerD di Frosinone, il servizio della Asl che si occupa dell’assistenza alle dipendenze patologiche. Un risultato estremamente significativo,...

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Aumentano le prestazioni del SerD di Frosinone, il servizio della Asl che si occupa dell’assistenza alle dipendenze patologiche. Un risultato estremamente significativo, tanto più perché il lavoro più difficile e importante sfugge al sistema di monitoraggio delle prestazioni.

È quello svolto dalle due Unità di Strada che, in collaborazione con le comunità di recupero “In Dialogo” di Trivigliano ed “Exodus” di Cassino, si occupano d’intercettare sul campo i casi legati alle dipendenze direttamente.

«FIGLI DI UN DIO MINORE»
«Li chiamiamo figli di un dio minore – spiega il direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Patologie da Dipendenza, il dottor Fernando Ferrauti – perché al contrario di noi non lavorano comodamente in ufficio, ma in strada, al freddo, dove spesso non vengono trattati bene, a volte anche vengono derisi sia dai gestori dei locali che dai potenziali utenti».

Il campo di azione delle Unità di Strada sono i principali luoghi della movida della provincia, nelle ore notturne dei week end. In un anno sono state 8-9 mila le prestazioni svolte.
Numeri a parte, è la qualità del servizio a fare la differenza, un fiore all’occhiello della Asl di Frosinone, perché trattandosi di un lavoro sul campo, permette di individuare storie e fenomeni che altrimenti resterebbero sotto traccia. Come ad esempio l’abuso di alcol tra i giovanissimi che difficilmente si rivolgono al SerD.

LA TESTIMONIANZA
«Un paio di volte sono uscito anche io con le Unità di strada – racconta Ferrauti – e mi sono reso conto di persona delle condizioni difficili in cui operano: c’è diffidenza, spesso anche derisione nei confronti del loro lavoro. Che però è provvidenziale. Un paio di settimane fa a Cassino abbiamo trovato un giovane in coma etilico buttato per terra, gli amici lo avevano portato fuori dal locale perché dava fastidio e lo hanno lasciato solo dietro un vicolo. Se non ci fosse stata l’Unità di strada ad attivare i soccorsi, quel ragazzo se la sarebbe vista molto male. Quando si è ubriachi il freddo non si sente e aumenta il rischio d’infarto. Purtroppo l’abuso di alcol è un fenomeno in crescita tra i più giovani - spiega Ferrauti – I ragazzi arrivano a bere fino a 15-20 shortini. L’alcol viene assunto insieme alle droghe, cannabis e quelle sintetiche per lo più, fungendo da amplificatore degli stupefacenti: si spende di meno e ci si sballa di più».

BOOM DI MINORENNI
Spesso il problema interessa anche i minorenni, prosegue Ferrauti, «e non di rado si presenta anche sotto i 14 anni. Un fattore che favorisce la dipendenza perché al di sotto di quella età l’alcol della sbronza occasionale, al contrario di quanto avviene negli adulti, non viene smaltito e resta in circolo per giorni, magari fino alla sbronza successiva. In questo modo aumenta il rischio di assuefazione».
Nei giorni scorsi il Dipartimento di epidemiologia regionale ha pubblicato la relazione sul lavoro svolto dai SerD del Lazio nel 2017. Quello di Frosinone ha erogato 219.736 prestazioni:
  • 180.098 riguardano le sostanze stupefacenti,
  • 21.149 l’alcol
  • 1.002 l’azzardo e altre patologie

LA DISGREGAZIONE SOCIALE

«L’età media dei consumatori di droga si è abbassata, e le donne sono al pari degli uomini. Ci si buca di meno rispetto al passato, ma è aumentata sensibilmente l’abitudine di fumare cocaina - spiega ancora Ferrauti - Non c’è distinzione sociale, il denominatore comune semmai è un altro: un tessuto sociale estremamente disgregato con le famiglie che non vedono o non vogliono vedere, la scuola che non può o non vuole intervenire, l’assenza di hobby e passioni dallo sport alla politica, alla vita civile. Ecco, mi ripeto, ma è importante: questo tipo di utenza, quella più a rischio, viene intercettata soprattutto dalle Unità di strada». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero