Aiuti alle imprese, dieci milioni di euro ancora bloccati a quattro anni dal bando di Invitalia

Le risorse destinate all'area di crisi industriale di Frosinone, ma non c'è ancora una graduatoria definitiva

Aiuti alle imprese, dieci milioni di euro ancora bloccati a quattro anni dal bando di Invitalia
Quattro anni dopo restano ancora nel cassetto i 10 milioni di euro destinati all'Area di crisi industriale complessa di Frosinone. Il bando gestito da Invitalia, l'Agenzia...

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Quattro anni dopo restano ancora nel cassetto i 10 milioni di euro destinati all'Area di crisi industriale complessa di Frosinone. Il bando gestito da Invitalia, l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'impresa, risale all'ormai lontano 2019 e aveva come obiettivi il rafforzamento del tessuto produttivo, l'attrazione di nuovi investimento e soprattutto il reimpiego di lavoratori espulsi dal mercato. Questi erano i presupposti dell'Accordo di programma firmato nel 2018 per rilanciare l'area industriale del frusinate. Ottimi propositi che sono rimasti tali. Sulla carata.

Nell'Accordo di programma, ad esempio, erano previste anche misure per le politiche attive per il reinserimento lavorativo dei disoccupati, ma anche queste sono state un flop clamoroso. Nei fatti l'Accordo di programma per l'area di crisi della provincia di Frosinone è servito per ora soltanto a giustificare l'erogazione all'infinito (sono una quindicina di anni ormai) degli ammortizzatori sociali, senza che nel frattempo sia stato rispettato uno solo dei requisiti posti alla base dell'erogazione dei sussidi, tra mobilità in deroga e Cassa integrazione straordinaria.

LUNGAGGINI BUROCRATICHE

Ma se le politiche attive non si improvvisano da un giorno all'altro e possono incontrare delle difficoltà oggettive per la loro applicazione, è improbabile che si possano trovare delle scusanti anche per giustificare lo stallo del bando di Invitalia per assegnare risorse - in parte a fondo perduto, in altra a titolo di prestito a tasso zero - a iniziative imprenditoriali meritevoli.

Correva l'anno 2019 quando è stato indetto il bando. Venne chiuso nell'aprile dello stesso anno. Un mese dopo, a maggio, venne stilata la prima graduatoria che contava 13 progetti. Da allora la classifica con le imprese beneficiarie ammesse ed escluse, tra ricorsi al Tar e integrazioni alle istruttorie, è stata aggiornata per cinque volte. E tra un aggiornamento e l'altro sono passati prima mesi, poi anni. L'ultima graduatoria è stata pubblicata lo scorso febbraio.

La proposta che risulta prima è sempre quella della "Pompeo Turistica srl" società collegata alle Terme di Pompeo di Ferentino. Il progetto della "Pompeo Turistica prevede circa 4,3 milioni di euro di investimento, una richiesta di contributi pari a 3,2 milioni e 12 nuovi occupati. A seguire, rispetto alla graduatoria precedente, non c'è più la proposta della società agricola Rem Energia srl (si occupa fabbricazione di prodotti chimici agricoli) che è stata esclusa, ma quella della "Bioanagni srl" che prevede 12,3 milioni di investimento, 11 nuovi occupati e 8,9 milioni di euro di contributi. Le risorse saranno assegnate a scorrimento, ossia quelle che resteranno disponibili dopo l'assegnazione alla prima classificata.

Tra i progetti presentati ce n'erano altri legati al turismo termale, come quello della "Fiuggi Palace srl", a società con sede a Cagliari ma proprietaria del Grand Hotel Palazzo della Fonte, e l'altro della "Silva Hotel Splendid srl" sempre di Fiuggi. Entrambe le proposte alla fine non sono state ammesse. Escluso anche il progetto della Pacaro, l'azienda che sta realizzando il polo logistico del freddo a Ferentino, che inizialmente si trovava in cima alla graduatoria, ma poi è stato escluso. Ora in graduatoria risultato i progetti delle seguenti aziende: Tecnologie Avanzate, Dphar spa e Sogo Spa.
 

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Il Messaggero