A 98 anni dirige ancora la farmacia aperta 70 anni fa e continua a fare i conti a mano

A 98 anni dirige ancora la farmacia aperta 70 anni fa e continua a fare i conti a mano
A Supino si festeggia San Cataldo e come oggi di 70 anni fa, Mario...

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A Supino si festeggia San Cataldo e come oggi di 70 anni fa, Mario Rama, un giovane laureato romano, tirava su per la prima volta la serranda della farmacia del paese. «Anche grazie ai risparmi come collaboratore in un paio di farmacie della mia città e in tutta fretta perché dopo qualche giorno sarebbe andata a concorso». Da quel lontano 10 maggio 1948, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma il dottor Rama a quasi 98 anni di età (li compirà il 7 agosto) e tuttora iscritto all’Ordine della provincia di Frosinone, è in piena attività. Laureatosi il 6 luglio 1943, non ancora 23enne, di lasciare ricette e conti per godersi il meritato riposo, neppure a parlarne. «Stare in farmacia è il mio passatempo preferito e fino a quando ne avrò la forza, continuerò a tenere in ordine i registri ed a fare conti. Naturalmente a mano, senza l’aiuto della calcolatrice. E’ un’abitudine e le somme combaciano sempre al centesimo con quelle di Regione e banche», puntualizza. Lo dice con un pizzico di orgoglio, mentre la dottoressa Giuliana Tomei, sua nuora, da anni titolare dell’attività, mostra i famosi registri dove il suocero con puntualità e precisione certosine, annota in bella scrittura tutti i movimenti. A 98 anni è lui a curare la parte amministrativa. «Anche quella della parafarmacia aperta a settembre 2016», ci tiene a precisare con voce squillante. Elegante, colto, il dottor Rama riavvolge il nastro della propria vita e racconta di quando, giunto a Supino «dove ho trovato la tranquillità che a Roma potevo solo sognarmela», s’innamorò di Maria Ludovica, giovanissima e graziosa studentessa del posto. “Un vero colpo di fulmine, decidemmo di sposarci dopo poco tempo. Avevo 30 anni, lei solo 18. Negli alberghi, durante la luna di miele, c’erano sempre problemi perché mia moglie era minorenne. Per fortuna avevamo con noi il certificato di matrimonio e tutto si chiariva. Purtroppo tre anni fa mi ha lasciato”. E, poi, la guerra, ricordi sempre nitidi. «E’ stato un periodo difficile. Il mattino del 19 luglio ‘43, ci fu il bombardamento su Roma. Erano le 11, scappai dalla farmacia e in bicicletta, dopo un’intera notte in sella, raggiunsi Norcia dove erano già sfollati mia madre e mio fratello. E’ andata bene per fortuna e oggi sono ancora qui». Gli è accanto Ludovica, la nipote, laureanda in farmacia. «Le manca un solo esame e la tesi», sottolinea il dottor Mario Rama e gli occhi gli si illuminano.

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Il Messaggero