FAKE: Il Coronavirus è collegato al 5G

FAKE: Il Coronavirus è collegato al 5G
Il 5G è collegato con l'esplosione del mondo della pandemia da Coronavirus. Questa teoria del complotto si è scatenata sul web e ha portato, nel Regno Unito, a...

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Il 5G è collegato con l'esplosione del mondo della pandemia da Coronavirus. Questa teoria del complotto si è scatenata sul web e ha portato, nel Regno Unito, a veri e propri attacchi alle antenne per cellulari dedicati all'ultima generazione della connessione. Al grido di "fuck 5G" sono stati devastati gli impianti. Diversi di questi video sono stati cancellati dalle piattagorme social come Youtube.


Ad aiutare meglio nell'analisi della teoria del complotto è il quotidiano britannico Daily Star che aveva dato spazio alla voce di una serie di attivisti. E' stato poi il giornale a dover aggiornare la notizia scrivendo:  «Questo articolo era originariamente intitolato "Coronavirus: si teme che le reti wifi 5G possano agire come 'acceleratore' per le malattie" e ha riportato le affermazioni di un gruppo di scettici del 5G riguardo a Covid-19. Il governo del Regno Unito ha dichiarato che 'non esistono prove convincenti che il 5G sia pericoloso', purché vengano seguite le linee guida pubblicate dalla Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti, riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità". 

Per i sostenitori di questa teoria cospirazionista i sintomi del virus, tra cui febbre alta, tosse e respiro corto, sarebbero le risposte del corpo all'esposizione al 5G. Nell'articolo si fa riferimento a uno studio del 2011 della Northeastern University di Boston che aveva indicato come alcuni batteri monocellulari, come gli Escherichia coli, possono comunicare tra loro usando "onde radio". Dalla distorsione di questo studio (perché, tra l'altro, si confondono i batteri con i virus), la teoria complottistica si è sviluppata. 

Ad oggi non esistono prove scientifiche su quest'assunto e diverse istituzioni sanitarie hanno rimandato al mittente queste accuse. L'immunologo Roberto Burioni a Che Tempo che fa, da Fabio Fazio, ha commentato, tranchant: "Il 5G non contribuisce al contagio, serve a diffondere la voce". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero