Usa, Kamala Harris e gli 85 minuti con i super poteri del presidente

Biden sedato per una colonscopia

Usa, Kamala Harris e gli 85 minuti con i super poteri del presidente
Il 19 novembre 2021, per la prima volta nella storia americana, una donna ha assunto i super poteri. Insomma, i poteri del presidente degli Stati Uniti. Per quasi un’ora e...

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Il 19 novembre 2021, per la prima volta nella storia americana, una donna ha assunto i super poteri. Insomma, i poteri del presidente degli Stati Uniti. Per quasi un’ora e mezza Kamala Harris, vicepresidente e prima donna nera e asiatica in questo ruolo ha sostituito Joe Biden che negli stessi momenti era sotto anestesia per una colonscopia, un controllo di routine al quale si sottopongono tutti i presidenti americani dandone ufficialmente notizia.


Un momento: proprio tutti? Pare di sì, ma qualcuno in un recente passato non ha voluto farlo sapere. Stephanie Grisham, l’ex portavoce di Donald Trump, che come molti collaboratori di quel presidente non ha resistito alla tentazione di scrivere subito un libro di memorie, ha rivelato un piccolo ma significativo segreto: Trump si sarebbe sottoposto a una visita «per una procedura molto comune», comune come la colonscopia, ma la cosa fu tenuta segreta. 


Non disse niente, Trump, perché non voleva scalfire l’immagine di maschio invincibile cui ha dedicato per tutta la vita una meticolosa cura? Forse, ma non solo. Come insinua la stessa Grisham, Trump non si fidava del suo vice, Mike Pence, e non voleva trasmettergli i pieni poteri nemmeno per un’oretta. Perciò o si è sottoposto alla colonscopia senza anestesia (ma la procedura è parecchio fastidiosa e si fa fatica a crederlo) o per l’intera durata dell’esame medico gli Stati Uniti rimasero privi di un commander in chief.


Joe Biden, invece, di Kamala Harris si fida e l’ha lasciata padrona del campo per un breve ma simbolicamente significativo momento. Che cosa ha fatto la vicepresidente nei circa 85 minuti in cui la famosa valigetta con i codici nucleari è stata sua? Non molto. Ha ricevuto il presidente del Canada, Justin Trudeau, e quello del Messico. Comprensibilmente, Biden non sarebbe stato disponibile per una colazione di lavoro.
L’evento, simbolico ancorché breve, si colloca in una fase in cui la vicepresidente Usa è tornata vistosamente sotto i riflettori dopo una lunga fase di silenzio. È stata Kamala Harris a volare a Parigi per ricucire i rapporti con Emmanuel Macron, irritato per l’esclusione della Francia dall’affare Aukus, la vendita dei sottomarini che valeva 50 miliardi di euro. Harris ha passato cinque giorni a Parigi per stemperare le tensioni dopo una decisione che, parola dello stesso Biden, era stata presa «senza troppa eleganza».


Ed era stata sempre Kamala Harris a presentarsi prima a Singapore e poi in Vietnam, Paese nevralgico per le relazioni americane nel Sudest asiatico. Un viaggio iniziato durante una delle croniche fasi di tensione che punteggiano da tempo le relazioni tra Stati Uniti e Cina.
La vice presidente americana, insomma, sta recuperando dopo lo smacco del suo primo viaggio internazionale, quello del giugno scorso in Messico e Guatemala, quando, affrontando il tema dell’immigrazione, scandì tre parole di troppo: «Do not come». Parole per cui fu sommersa da una valanga di critiche.


Dopo il viaggio in Messico, mesi di ombra. Erano già tutti pronti a dichiararla fuori dalla corsa, tramontata ogni possibilità che proprio lei, la vicepresidente, potesse essere la prossima candidata democratica alla Casa Bianca se Joe Biden non dovesse ripresentarsi. Ma, uno dopo l’altro, i suoi potenziali rivali si stanno facendo fuori da soli come Andrew Cuomo, l’ex governatore dello Stato di New York, costretto alle dimissioni dopo undici accuse di molestie sessuali. Oppure faticano a farsi apprezzare dall’America profonda come Pete Buttigieg, gay dichiarato e segretario ai Trasporti, di recente criticato da Fox tv per essersi preso un lungo periodo di congedo parentale dopo aver adottato due gemelli insieme al marito.


Certo, la marcia verso la valigetta con i codici nucleari per Kamala Harris è ancora lunga e costellata di trappole e sottovalutazioni, come ormai sa chiunque abbia amato la serie tv “Scandal”. Ma almeno il suo capo, il presidente Biden, ha voluto far sapere che lui di Kamala si fida. E se si fida lui… Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero