Il discorso di Panetta/ L’appello sui tassi rivolto alla Bce (e pure a se stesso)

Il discorso di Panetta/ L’appello sui tassi rivolto alla Bce (e pure a se stesso)
Ha innovato anche nella struttura del discorso, avuti presenti quelli tradizionalmente tenuti dai Governatori della Banca d’Italia e forse anche come frutto...

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Ha innovato anche nella struttura del discorso, avuti presenti quelli tradizionalmente tenuti dai Governatori della Banca d’Italia e forse anche come frutto dell’esperienza vissuta nella Bce, l’intervento di Fabio Panetta al congresso Assiom - Forex di Genova: ne danno prova i grafici riportati nel testo, le note in calce, l’appendice, non sempre adottata in passato, la prevalente monografia dell’intervento, concentrato sulla politica monetaria e sul rapporto con gli “ sviluppi economici”, al plurale, evidentemente per sottolinearne differenti genesi, caratteri e ulteriore evoluzione. Ne è derivata un’analisi strettamente tecnica volta a dimostrare il fondamento di una tesi.

Il tema di una diversa intonazione della politica monetaria finisce con l’apparire centrale. Il Governatore affronta protasi e apodosi e lascia le conclusioni al lettore, anche se si evince l’approdo. Se il processo di disinflazione è in fase avanzata, se sta continuando il calo dell’inflazione, se i rischi per quest’ultima rappresentati in passato si sono rivelati infondati, se, in particolare, è esigua la probabilità che un dato recupero del potere di acquisto delle retribuzioni dia il via a una rincorsa prezzi -salari alimentando nuovamente l’inflazione, anzi un tale recupero sarebbe fisiologico e sosterrebbe consumi e ripresa dell’economia, allora è il momento di valutare l’importanza di un taglio dei tassi tempestivo e graduale rispetto a un allentamento tardivo e aggressivo. La condizione preliminare, espressa nel discorso e risolta positivamente, che il taglio dei tassi non comprometta l’obiettivo di inflazione dovrebbe essere piuttosto la conclusione del discorso considerando il complesso dei fattori in campo.

Valutando costi e benefici, un eccessivo ritardo nell’abbassare i tassi, dice Panetta, contrasterebbe con “la natura simmetrica dell’obiettivo stabilito dal Consiglio della Bce”, cioè con il target del 2 per cento che non dovrebbe essere superato sia all’insù, sia all’ingiù, cioè avviandosi, in quest’ultimo caso, verso la deflazione. Detto tutto ciò, allora la conseguenza non esplicitata - nonostante che Panetta non voglia discutere del momento in cui promuovere l’allentamento - è di agire per il taglio dei tassi, la deduzione essendo logica: a marzo, la Bce formulerà un “ esercizio di previsione”, dopodiché si ritiene qui, considerando le inferenze del ragionamento del Governatore, bisognerà decidere non solo la prima mossa, ma anche il sentiero della normalizzazione. Senza nuovi indugi, si dovrebbe aggiungere.

Il temporeggiamento sarebbe dannoso. Una migliore e più scrupolosamente motivata tesi a favore della riduzione del costo del denaro sarebbe impossibile rinvenire oggi nell’Unione. Ma non bisogna dimenticare che Panetta è pure membro dl Consiglio direttivo dell’Istituto centrale per cui a lui, come agli altri membri che sostenessero le stesse argomentazioni, si richiede non solo pensiero, ma anche azione per ricercare nell’organo le necessarie convergenze al fine di percorrere l’“ultimo miglio” verso la piena normalizzazione. Le motivazioni sono solide. L’abitudine di membri anche dell’esecutivo della Bce di rivolgere appelli a quest’ultima stona perché sono appelli anche a se stessi. Ovviamente, è cruciale che le decisioni monetarie siano coerenti con il quadro macroeconomico che abbiamo di fronte, come sottolinea il Governatore. E qui risalta la fiacchezza della crescita che è un forte sollecito alla riduzione dei tassi. Vedremo gli sviluppi nelle prossime settimane. Naturalmente, questa parte fondamentale del discorso presuppone quella propedeutica, sulla debolezza dell’economia europea che si estende all’Italia, sulle “due direzioni” lungo le quali agire: traiettoria discendente del debito e stimolo agli investimenti per accrescere innovazione e produttività.

Tra i segnali positivi - accumulazione di capitale, forza del mercato del lavoro e capacità competitiva di molte imprese all’estero - vi è la solidità dei bilanci bancari che, ha detto Panetta, offrono un’immagine positiva del sistema creditizio, senza peraltro trascurare le sfide e i rischi a cui le banche potranno andare incontro, a proposito in particolare della liquidità, dei crediti deteriorati, della salvaguardia della solidità del capitale, delle necessarie innovazioni tecnologiche, del Fintech.


Il riscontro del discorso tra esperti, osservatori e banchieri, in particolare il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è stato positivo. Ora c’è da guardare all’azione. Naturalmente, non solo quella del Governatore, ma anche di tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali chiamati a cogliere le connessioni tra un allentamento monetario e le decisioni di rispettiva competenza. 

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Il Messaggero