Salone di Torino/ Giordano in fuga per difendere la casta di sinistra

Salone di Torino/ Giordano in fuga per difendere la casta di sinistra
Debbo delle pubbliche scuse allo scrittore Paolo Giordano. Il suo sofferto ed eclatante ritiro dalla corsa per la direzione del Salone del Libro di Torino è anche (forse...

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Debbo delle pubbliche scuse allo scrittore Paolo Giordano. Il suo sofferto ed eclatante ritiro dalla corsa per la direzione del Salone del Libro di Torino è anche (forse soprattutto) colpa mia. Nonché di Giordano Bruno Guerri e Pietrangelo Buttafuoco. Siamo noi - l’ho appreso, non ci crederete, dalle agenzie di stampa ieri mattina - il terzetto proposto dal ministero della Cultura come possibili membri (su un totale di 19) del Comitato editoriale del Salone. Una proposta, non un’imposizione. Ma vissuta dal Nostro come un’ingerenza politica intollerabile e inaudita. Come un attacco della destra all’autonomia della cultura: autonomia che Giordano, con noi tre fra i piedi, non avrebbe potuto evidentemente garantire. Come un’offesa, diciamola tutta, alla cultura nella sua accezione più alta e nobile.


MARTIRE
Da qui la sua decisione di gettare sdegnosamente la spugna. Da ieri mattina - bastava vedere le aperture di Repubblica, del Corriere della Sera o de La Stampa - abbiamo dunque un nuovo martire della libertà di pensiero. Ora la polemica rimbalzerà, vedrete, sui giornali stranieri, con la Francia come al solito in prima linea, secondo un copione già sperimentato. Michela Murgia e Roberto Saviano interverranno con i loro commenti allarmati (o forse li stiamo leggendo già oggi).  La grancassa dell’indignazione di sinistra - in realtà un eterno “chiagni e fotti” politico-mediatico, capace di far passare per censurati i censori - non si fermerà per giorni.
Ci si chiederà se l’Italia di Giorgia Meloni non stia diventando come l’Iran o la Russia: un inferno per gli intellettuali e le persone libere. 


Ma sicuri - chiedo a tutti costoro - che non esista anche per voi una cosa che si chiama “senso del ridicolo”? Con questa vicenda ampiamente superato? Davvero i tre nomi in questione - di intellettuali di centrodestra, come si dice, che il ministro Gennaro Sangiuliano, non avendo alcun potere diretto di nomina, si è limitato a suggerire nel nome di un pluralismo delle idee non rispettato in primis da coloro che se ne ergono a difensori - giustificano la canea scatenata ad arte da Paolo Giordano?


Davvero parlare di libri ed editoria (anche) con me, Pietrangelo e Giordano sarebbe stato per Giordano non ho ben capito se più umiliante, inutile o offensivo? Fatto sta che per ragioni tanto futili quanto evidentemente pretestuose ha rinunciato a dirigere il Salone. La responsabilità è stata anche involontariamente mia e non mi resta dunque che scusarmi con lui per l’affronto che ha dovuto subire.
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Il Messaggero