Outfit contro/ I docenti guardino altrove, ma in aula è meglio con i jeans

Outfit contro/ I docenti guardino altrove, ma in aula è meglio con i jeans
Socrate non era Aristotele. Socrate le donne le ha sempre rispettate riconoscendo in loro, a volte, una saggezza superiore agli uomini. E poi la sua Santippe era, a detta...

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Socrate non era Aristotele. Socrate le donne le ha sempre rispettate riconoscendo in loro, a volte, una saggezza superiore agli uomini. E poi la sua Santippe era, a detta degli amici di convivio, una vera bisbetica. Ma lui la difendeva. Un cavallo di razza che lo teneva allenato alla lotta... diceva di sua moglie. Quanto accaduto ieri, al Liceo “Socrate” di Roma, nel quartiere della Garbatella, è certamente in linea con il pensiero del filosofo greco del 400 a.C. 

La vicepreside ha invitato le ragazze a non indossare le minigonna perché, nell’attesa dei nuovi banchi, stare seduti sulle sedie potrebbe attirare l’occhio dei professori. Le ragazze sono insorte! Lesa maestà alla loro adolescenza fatta di vanità e insicurezze. Di omologazione e confronti che vuole tutte le fanciulle in shorts e anfibi anche a 34 gradi. 

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Minigonna, la guerra delle liceali nelle scuole della Francia. La rivolta dilaga grazie a TikTok e Instagram

Lesa maestà alla leggerezza che nessun genitore riesce più a contenere al punto che parlare di decoro è un insulto alla parità. 

Noi s’indossava il grembiule sino alla terza media. Era decoro, ma anche rispetto per chi sotto portava abiti poveri, rattoppati, ancora negli anni ‘70. Alle superiori ci ritrovammo tutti in jeans e desert-boots, per fortuna. Oggi la divisa è di impertinenti leggings, camicette che profumano di Lolite e capricci, shorts, minigonne. 

Non lo si può dire che sarebbe bello vederle più vestite queste ragazze in fiore perché saremmo tacciati di violenza di genere. Non oggi che in Francia si manifesta contro il Ministro dell’Istruzione perché gli sarebbe scappata una frase terribile, lo diciamo con convinzione: «Vestitevi normali e andrà tutto bene». Risultato: tutte a scuola in minigonne e crop top, l’ombelico scoperto per capirci. 

Non oggi che in questa Francia puritana, previsione nefasta di Houellebecq in “Sottomissione”, al Museo d’Orsay hanno vietato, ingiustamente, l’ingresso ad una bella donna in generosa scollatura. 

Non oggi che, e qui giustamente, si contano le presenze femminili ai convegni e sempre poche o nulle sono. Ultimo il caso del Festival della bellezza di Verona, che termina proprio oggi, al centro di polemiche perché il suo programma ha previsto quasi esclusivamente invitati maschi. Festival al quale un giornalista molto di sinistra ha partecipato quasi scusandosi con una nota scrittrice, militante femminista, che imprecava contro l’omertà di tutti. Non oggi che ci si vendica a scoppio ritardato e gli uomini devono evitare l’ascensore vis â vis con una donna perché un giorno potrebbero finire alla sbarra. 

Mettiamola così: i professori in classe devono entrarci con lo spirito altissimo della loro missione e con lo sguardo ancor più alto dello spirito. Devono trattare gli alunni tutti allo stesso modo considerando le diversità di ognuno di loro. Devono parlare, discutere, provocare riflessioni e anche alzare la voce, ma l’occhio sulle gambe delle ragazze no! È cosa povera. Oltre che abietta. 


E alle fanciulle... solo per comodità e igiene, null’altro, noi potremmo suggerire di ascoltare la vicepreside e, solo per questi giorni, esibire un fighissimo paio di jeans. Per correre agili sulle scale, sedere e pure salirci sulle sedie per far sentire la loro voce. E poi al tramonto, indossare le ali della libertà sotto forma di minigonna e sorseggiare il compiacimento degli sguardi altrui. E della giovinezza che quando si è giovani sa di eterno e di potente!  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero