Roma, De Rossi, un’altra umiliazione dopo Totti

Roma, De Rossi, un’altra umiliazione dopo Totti
Scriveva Osvaldo Soriano che il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce. Questa frase si adatta perfettamente alla domanda che sorge spontanea dopo la...

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Scriveva Osvaldo Soriano che il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce. Questa frase si adatta perfettamente alla domanda che sorge spontanea dopo la conferenza stampa di Daniele De Rossi. Il capitano della Roma ha ufficializzato il suo addio in maglia giallorossa: per quale ragione hanno mandato via De Rossi? 


Già, perché è stato Daniele ad annunciare la fine della sua lunga storia d’amore in campo con l’A.S. Roma, ma non è stato certamente lui a volerla. Di fatto, è stata la società di James Pallotta a non proporre un rinnovo del suo contratto. Quindi, di fatto, a mandarlo via. Una vecchia storia, orribile, insensata, già andata in scena quando fu l’altro capitano (forever) Francesco Totti a uscire di scena, spinto dalle spallate di Spalletti e dei suoi padroni. Siamo al capitolo secondo. Non bastava aver umiliato Francesco, oggi bisognava umiliare Daniele. Il bostoniano c’è riuscito anche stavolta. Ma anche stavolta si ritroverà il popolo romanista contro. Probabilmente nel fortino di Pallotta hanno perso tutti la testa. Lui, Baldissoni, Baldini e i nuovi vertici oscuri. Non bastava il licenziamento di Eusebio Di Francesco, non bastava l’indecorosa fuga di Monchi, non bastava una campagna acquisti al limite dello scandalo, non bastavano le cessioni sciagurate degli ultimi anni. No, con questa dirigenza il peggio non muore davvero mai. E adesso le loro parole di encomio per Daniele, lanciate in rete senza pudore, suonano ipocrite e quasi provocatorie.


Grande Daniele, simbolo di una maglia e di una città, vai serenamente via a cuor leggero. Questi non ti meritano. Resterai comunque, per sempre, nell’immaginario dell’anima di noi tifosi romanisti. Come esempio. Come leader. Come figura meravigliosa di romano che ama la sua città. Ti mandano altrove? Fregatene di questi signori che non hanno ancora capito cosa è la Roma. Tu vai via da Campione del Mondo quale sei, da condottiero, da fenomeno. Il gigante sei tu, i nani sono loro. E poi, se il peggio non muore mai, anche la speranza è l’ultima a morire. Noi tifosi siamo sicuri che ti ritroveremo. Che tornerai. Magari come allenatore. Magari in coppia con Francesco. Ne siamo tutti convinti. La tua città ti ringrazia, si inchina alla tua fedeltà e ti aspetta per nuove avventure esaltanti. Ciao Daniele. Te lo diciamo alla Carlo Verdone. Ti vogliamo un sacco bene.
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Il Messaggero