L'intervento/ La guerra alla disinformazione da vincere insieme

L'intervento/ La guerra alla disinformazione da vincere insieme
Se è vero che c’è da avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette, come pare sostenesse Napoleone Bonaparte, si potrebbe constatare che...

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Se è vero che c’è da avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette, come pare sostenesse Napoleone Bonaparte, si potrebbe constatare che certo egli non si trovava ancora a dover fronteggiare video deepfake creati con l’IA o flussi di disinformazione dilaganti su piattaforme social o, persino, su quotidiani nazionali. Eppure, la consapevolezza che l’informazione, un bene prezioso oggi al nocciolo del nostro sistema democratico e garante della fiducia istituzionale dei cittadini, potesse essere distorta era anche all’epoca un rischio ritenuto fortemente insidioso. 


A Capri, nella cornice del G7 Esteri, il Segretario di Stato americano Antony Blinken, tra i tanti dossier sottobraccio, ha portato con sé anche quello del Memorandum of Understanding Italia – Stati Uniti, intesa diretta a contrastare la disinformazione e la manipolazione dell’informazione da parte straniera. Il Memorandum sottoscritto rafforza la collaborazione bilaterale tra i nostri Paesi e vuole sviluppare risposte coordinate alle fake news, alla propaganda, alle ingerenze straniere, specie quelle provenienti da attori statuali. Ergo, quei Paesi a noi ostili che da anni minano la libera informazione dentro i nostri confini e in Europa. Naturalmente Russia, Cina e Iran. 
Del resto, il 2024 è un anno di elezioni in tutto il mondo, con due mesi particolarmente più caldi del solito: giugno per l’Ue, novembre per gli Usa. Gli Stati Uniti, già colpiti in passato da pesanti ingerenze e campagne social che hanno fortemente influenzato gli elettori, ora vogliono evitare che la stessa storia si ripeta. La lotta contro la disinformazione è, come sottolineato da Blinken, una questione di sicurezza transnazionale. Ecco allora la necessità di un'azione coordinata come la recente intesa e l’importanza di cooperare sia bilateralmente che multilateralmente, anche attraverso il G7 di cui l'Italia detiene attualmente la presidenza. Il Governo Meloni, con quest’ultimo importante passo avanti, ha dimostrato lungimiranza, inserendo tra le priorità un tema che ancora in molti minimizzano ma che in realtà è e sarà sempre più al centro delle agende dei Paesi democratici.
Il Memorandum è anche una conferma del lungo percorso parlamentare avviato da inizio legislatura sulla lotta contro la disinformazione. Ma ricordo, anche in precedenza, i numerosi convegni e momenti di dibattito organizzati in materia e, in particolare, quel cammino intrapreso nel nome del diritto alla conoscenza tanto a cuore a Marco Pannella, riconosciuto dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa con una risoluzione nel giugno 2021. 
La Commissione europea ha pubblicato lo scorso dicembre il pacchetto “Difesa della democrazia” e, qualche settimana fa, ulteriori linee guida e misure da implementare per le grandi piattaforme e servizi rientranti nel Digital Service Act – quindi con più di 45 milioni di utenti attivi nell'Ue – col fine di attenuare rischi di attacchi cyber e diffusioni di narrazioni falsate. 
La 4a Commissione delle Politiche dell’Unione europea, che presiedo, ha approvato due settimane fa la risoluzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce requisiti armonizzati di trasparenza della rappresentanza d’interessi esercitata per conto di Paesi terzi. Sempre più tangibile è il rischio che alcuni soggetti possano eludere i requisiti ed influenzare in modo occulto i processi decisionali dell'Unione. 
Chi inquina il dibattito pubblico mina la tenuta delle basi democratiche e quei valori identitari del nostro mondo libero, in primis libertà e indipendenza. Valori che, purtroppo, sono troppo spesso sotto scacco di potenze revisioniste o di attori esterni che mal li sopportano e cercano di estirpare.
La lotta contro la disinformazione sia sempre più una priorità per l’Occidente. Per un ambiente di informazione globale libero e aperto, basato sui fatti.

 

*Presidente 4a Commissione Politiche dell’Unione europea

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Il Messaggero