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Cosa rimarrà, e cosa avremo perso per sempre dopo la morte di Gigi Proietti? La cosa più impressionante di queste ultime giornate è che decine di migliaia di persone hanno postato e diffuso una foto che le ritrae con Proietti. Ovvero, con una persona che aveva una propria altezza intellettuale e una rara forza carismatica sulla scena, eppure mai si sottraeva al contatto, al sorriso, alla battuta (tutt’altro che scontata) con chiunque lo avvicinasse. Questo tratto personale, di relazione e presenza scenica, anche nella scena della società, non potrà essere sostituito. Mancherà per sempre.
La novità e la profondità della presenza umana si caratterizzano grazie alla parola, all’espressione rivolta all’altro. Qui si è trovato il tratto più originale del teatrante, dell’interprete, del doppiatore, del Maestro Proietti.
Cosa ci resta? Certo, un patrimonio audiovisuale che ha sorpreso molti, in questi ultimi giorni in cui tutte le televisioni hanno fatto a gara per riproporre le performance di Proietti. “Ammazza, ma quante cose aveva fatto?”. Sarà ripetibile e riproducibile e, a differenza dei grandi del Teatro fino a metà del ‘900, non andrà perduto. Ci rimarrà la leva delle centinaia di artisti ed interpreti che, una volta o l’altra, oppure attraverso un lavoro di formazione più metodico, hanno appreso da lui.
Quelli che hanno pianto sinceramente in questi giorni. Che hanno un’esperienza da raccontare, un insegnamento e un apprendimento da non dimenticare. Questa è la vera sfida: qualcuno sarà all’altezza? Chi conosce un poco la storia dell’Arte e delle Arti, sa bene quanto sia raro che un Maestro abbia veramente un erede-successore. Ciò che meglio ha funzionato, spesso alimentando la qualità creativa e l’integrazione, sono state le ‘botteghe’. Oggi, le filiere produttive. Dunque, se non ci sarà una persona legittimata ad alzare un testimone e dire “sono io il successore di Proietti”, molto meglio sarà ricercare nel percorso futuro di talenti e protagonisti della scena teatrale e audiovisiva ciò che grazie a Proietti hanno imparato e trasformato in modo originale. Scopriremo domani, magari, colui o colei che potrà meritare una parte della sua eredità.
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