Ue a due velocità/ L'accordo che ignora il Trattato del Quirinale

Ue a due velocità/ L'accordo che ignora il Trattato del Quirinale
L’accordo tra Francia e Germania per sostenersi vicendevolmente sulla risposta all’aggressione energetica scatenata dalla Russia contiene un aspetto positivo, che...

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L’accordo tra Francia e Germania per sostenersi vicendevolmente sulla risposta all’aggressione energetica scatenata dalla Russia contiene un aspetto positivo, che però è largamente superato da quello negativo. Il che è inopportuno. 


E forse anticipa il tono della reazione europea all’esito previsto dalle prossime elezioni politiche italiane. Il che è inaccettabile. Soprattutto, porta argomenti al disegno di Putin,  alla strategia del divide et impera che sta perseguendo fin dall’inizio della sua scellerata guerra, tanto sul fronte atlantico quanto su quello europeo.

Partiamo dalla prima questione. In sé e per sé, il fatto che Germania e Francia si accordino per mettere insieme le proprie forze di fronte alla tempesta energetica perfetta che Putin vuole scatenare sull’Europa è un passo nella giusta direzione. Ma non lo è affatto se questa scelta è compiuta escludendo gli altri Stati dell’Unione Europea. A cominciare da chi – come l’Italia – non solo ha una dipendenza molto consistente dalle forniture russe, ma ha fatto molto di più dei tedeschi per ridurne la rilevanza.

Germania e Italia sono i grandi Paesi più dipendenti dalla Russia in termini energetici e sono anche le due principali manifatture europee. Non ha nessun senso sostenere l’una a discapito dell’altra. 
C’è poi un fatto oggettivo. Avevamo sempre ritenuto – noi come i francesi – che il “Trattato del Quirinale”, l’accordo che istituzionalizzava la relazione particolare tra Parigi e Roma, dissipasse i dubbi che il riconoscimento della centralità della relazione franco-tedesca implicasse un’emarginazione di quella italo-francese. Se così non è, quel Trattato diventa poca cosa.
Per mille motivi, gli italiani soffrono di un complesso di inferiorità nei confronti dei francesi e dei tedeschi. Giusto o sbagliato che sia, è così. Questa campagna elettorale sarà giocata molto – moltissimo – sui costi della guerra e della solidarietà europea e occidentale con l’Ucraina. E sappiamo bene che esistono forze politiche molto “attente” agli interessi di Mosca. 

Vale la pena fornire un assist così formidabile per la loro propaganda, che fa oggettivamente il gioco del Cremlino? Se questa mossa franco-tedesca derivasse dalle previsioni relative agli esiti delle elezioni, dobbiamo comunque dire che risulterebbe inaccettabile. L’Italia è un Paese sovrano, intitolato ad esprimere liberamente le proprie preferenze. Senza la ignominiosa pressione di un despota al Cremlino, assistito dall’opportunistica assistenza dei suoi referenti nostrani. Ma neppure senza grossolane gaffe che rischiano di rendere la coesione europea ed atlantica ancora più difficile.


Il futuro dell’Europa unita si costruisce non prestandosi al gioco di chi vuole dividerla e pensando che qualunque decisione adottata da ogni singolo governo europeo ha inevitabili conseguenze sul quadro politico degli altri Paesi. Spiace constatare che Macron e Scholz in questo momento stiano manifestando così poca consapevolezza e uno sguardo così corto – miope, direi – rispetto al comune destino europeo.

 

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Il Messaggero