G20 al Colosseo, quella forza da recuperare

G20 al Colosseo, quella forza da recuperare
Che immagini, che forza, che incommensurabile bellezza. Roma irradia il suo fascino sul mondo, tramite le foto, i paesaggi, le scene del primo giorno di G20 della cultura, ed ecco...

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Che immagini, che forza, che incommensurabile bellezza. Roma irradia il suo fascino sul mondo, tramite le foto, i paesaggi, le scene del primo giorno di G20 della cultura, ed ecco Draghi e gli altri statisti al Colosseo. Si aggirano nell’estasi e trasmette meraviglia a chiunque lo guardi in ogni angolo del pianeta il set che è stato scelto per questo evento nella città più adatta di ogni altra ad ospitare un evento culturale straordinario, perché qui c’è la culla della civiltà. 


Sullo sfondo si vede il palazzo imperiale di Domiziano sul Palatino, più in là il Quirinale. Ma è tutta la Capitale dei Cesari e dei Papi, della luce dell’estate e dell’eccellenza monumentale - oggi sono di scena Palazzo Barberini e la Galleria Borghese - che si appropria, senza fatica e con la sola forza del suo essere, dello sguardo e dell’immaginario universale. Quale palcoscenico mondiale migliore di questo? “Che cosa, migliore di Roma?”, come diceva Publio Ovidio Nasone? 

 


Una bellezza da contemplare, certo. Una magnificenza senza fine, ovvio. Questa è Roma. Ma Roma, cioè la cultura, non può che essere anche una ricchezza che crea economia, che dà crescita, che fornisce identità, che contiene un senso e una potenza connaturate al concetto stesso di primato culturale di questa Capitale. Rendersi conto di ciò, della forza civile e storica che significa futuro, è il vero esercizio che i romani e tutti gli italiani devono fare riguardo a Roma. 


Introiettare l’eccellenza, vivificarla, saperla spendere come grande carta da giocare nella competizione internazionale, non sprecandola nella ammirazione retorica o dandola per acquisita ovvero dimenticandola o relegandola nella categoria grandi reliquie: se questa operazione, che dovrebbe essere naturale, riesce, Roma non la batte più nessuno. Non si tratta soltanto di avere orgoglio ma di poggiarlo sulla consapevolezza piena di ciò che siamo, siamo stati e saremo. E le immagini del Colosseo nella giornata inaugurale del summit dei 20 ci ricordano proprio questo, ovvero da dove veniamo e dove possiamo andare: al top del top del protagonismo nell’epoca della post pandemia che inevitabilmente dovrà cominciare e già sta partendo. 


Chi prende coscienza della propria forza sta già un pezzo avanti nella partita globale. Chi capisce quanto sia importante il primato culturale, ed è capace di saperlo vivere, rappresentare e promuovere, senza indolenze, scetticismi e inutile umiltà, è ben piazzato e può aspirare al massimo. Il resto va costruito con pazienza e determinazione. E in hoc signo - il segno di Roma - vinces. Lo spirito di Roma consiste nel non sedersi sull’eredità che gli antichi ci hanno lasciato. Sta viceversa nell’assumere modernamente la loro mentalità di costruttori per costruire ancora.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero