La statua di Montanelli/ ​Il sorriso di Indro all’incurabile idiozia degli imbrattatori

La statua di Montanelli/ Il sorriso di Indro all’incurabile idiozia degli imbrattatori
Si starà facendo una risata Indro da lassù. E starà dicendo: che bello, mi hanno dipinto di rosso, così sono diventato il comunista che mai volli...

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Si starà facendo una risata Indro da lassù. E starà dicendo: che bello, mi hanno dipinto di rosso, così sono diventato il comunista che mai volli essere in vita. E mi ci hanno fatto diventare loro, gli imbrattatori ideologici della mia statua.

Questi dissennati ragazzotti ignoranti, così adesso che sono rosso piacerò di più a quelli a cui si deve piacere! Insomma se volevano infliggere un torto a Montanelli, quelli che ne offendono l’effigie, gli stanno invece facendo un monumento. E chissà che divertimento vederli dall’aldilà, mentre infieriscono su una statua di cui lui si sarebbe infischiato, non amando - o fingendo di non amare - tributi ed onori. 

Sì, la consacrazione postuma che i suoi nemici gli stanno dando in queste pazze giornate della più acuta febbre sinistrese febbre dev’essere proprio uno spasso insperato agli occhi di Indro. Perché il tiro a bersaglio che lo riguarda conferma ciò che lui pensava degli italiani, ossia che sono sempre arci-italiani, complici della commedia che mettono continuamente in scena, figurine da Strapaese in fondo più da compatire che da dileggiare. Che cosa c’è infatti di più ridicolo di questi giovinastri che s’atteggiano a giustizieri della storia, che non conoscono, e mentre prendono a pennellate la statua dello Schiavista! e del Colonialista! (quante inutili desinenze in “sta” e che eccesso di punti esclamativi, direbbe lui, per costoro che non maneggiano neppure la grammatica) filmano se stessi in questa parodia dell’iconoclastia in mano alle creature. Montanelli non s’offese granché neppure contro i terroristi che lo gambizzarono - li incontrò e disse loro: oh bischeri... - e figuriamoci che cosa direbbe ora ai nuovi adepti del conformismo sciocco, dell’anticolonialismo da parrocchia e da parodia. Probabilmente direbbe loro: grazie. 
Gli hanno fatto un piacere perché lo hanno equiparato a Cristoforo Colombo, che lui considerava giustamente un grande italiano, le cui statue a loro volta sono oggetto di maledizione e violenza.


E gli hanno rivolto un onore perché, così come viene bersagliato lui, lo stesso oltraggio-omaggio è riservato in giro per il mondo ai busti di Churchill. Sì, a Winnie che è stato per Indro un modello, un mito, un esempio di quella serietà anti-retorica che l’Italia può vantare solo in rarissimi casi. E Montanelli resta uno di questi. Al contrario dei suoi imbrattatori. Loro credendo di fargli male ne esaltano invece la figura. L’hanno riportata in auge e che soddisfazione per Montanelli, che era un vanesio a cui non piaceva essere dimenticato, vedersi improvvisamente ridare protagonismo e centralità. Che regalone gli è stato fatto. E verrebbe anche a noi di ringraziare gli stolti. Ma con un senso di infinito sconforto. 
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Il Messaggero