Coronavirus, controlli difficili: le norme fumose che lasciano la falla - di Cesare Mirabelli

Coronavirus, controlli difficili: le norme fumose che lasciano la falla
La gravità dell’emergenza sanitaria che l’intero Paese sta vivendo è testimoniata non solamente dal susseguirsi, dei provvedimenti straordinari che il...

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La gravità dell’emergenza sanitaria che l’intero Paese sta vivendo è testimoniata non solamente dal susseguirsi, dei provvedimenti straordinari che il Governo ha progressivamente assunto.


Dai decreti legge, mai tanto giustificati dalla necessità ed urgenza che la costituzione richiede per la loro adozione, e dai complessi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. La gravità della situazione è dimostrata dai numeri del diffondersi su tutto il territorio nazionale della epidemia, che non si è riusciti a circoscrivere nei due iniziali focolai infettivi della Lombardia e del Veneto, come pure dalle difficoltà che il sistema sanitario incontra nel far fronte al prevedibile aumento della necessità di ricoveri e cure ospedaliere, pur considerando l’impegno generoso e il sacrificio di medici e infermieri.


L’emergenza è sottolineata dall’adozione di provvedimenti che incidono direttamente sui tradizionali diritti di libertà, che la costituzione garantisce. Basti ricordare che ogni cittadino ha diritto di circolare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, e che tutti hanno diritto di riunirsi pacificamente, anche in luogo aperto al pubblico, senza preavviso.

Le più evidenti limitazioni imposte riguardano proprio questi diritti, ma è evidente che tutti concordiamo che siano sacrosanti, dovendosi evitare il contagio che diffonda una epidemia per la quale non esistono altri strumenti di prevenzione. Difatti la stessa Costituzione prevede che alla libertà di circolazione possano essere poste le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità. 


Un preminente interesse individuale e collettivo dunque giustifica le temporanee limitazioni che vengono imposte. La tutela della salute costituisce, per usare espressioni della costituzione, “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Ma ovviamente è fondamentale che le misure siano efficaci e scritte in modo chiaro, proprio affinché possano essere rispettate ed eventualmente imposte. In una situazione di così grave pericolo, nella quale si ritiene di dover escludere, per un breve arco di tempo, ogni contatto personale che possa determinare contagio, e si afferma che questo è l’unico modo per superare l’epidemia, sarebbero servite limitazioni agli spostamenti che non lascino spazio a valutazioni elastiche, se non soggettive, ad autodichiarazioni che consentono lo spostamento e richiederebbero un successivo accertamento di difficile attuazione e di dubbio esito penale. Regole certe e sanzioni certe, per raggiungere l’obiettivo. Questo chiede il Paese con responsabilità.
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Il Messaggero