Crediti incagliati/ Le mosse urgenti per case green e bonus edilizio

Crediti incagliati/ Le mosse urgenti per case green e bonus edilizio
È quanto mai importante il lavoro di Parlamento e governo ora impegnati sul riordino dei sostegni straordinari all’edilizia. Il decreto legge del 16 febbraio...

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È quanto mai importante il lavoro di Parlamento e governo ora impegnati sul riordino dei sostegni straordinari all’edilizia. Il decreto legge del 16 febbraio scorso, pur parzialmente depenalizzando le procedure del mercato dei crediti fiscali per chi non abbia agito con dolo, ha sostanzialmente concluso una fase iniziata nel 2020 e ne ha aperto inevitabilmente una nuova, basata sugli incentivi ordinari disposti dalla legge di Bilancio dello Stato per il 2023 e sugli importanti emendamenti al decreto legge stesso, in corso di esame attualmente in Parlamento.


Questa legislazione è importantissima per l’economia produttiva e, in essa, anche per il mondo bancario, perché l’edilizia è uno dei principali fattori di accelerata ripresa dello sviluppo e dell’occupazione, oppure, al contrario, di crisi e recessione: ambedue i fenomeni sono stati fortemente vissuti in Italia in anni assai recenti.
Ora occorre innanzitutto ricreare stabile certezza del diritto anche prospettica, superando una lunga fase di continue modifiche legislative che hanno reso troppo complesse le strategie di imprese e famiglie.
Occorre che le banche non siano più lasciate quasi sole ad alimentare il mercato dei crediti fiscali: le banche, infatti, sono state e sono i principali attori, nell’ampio mondo delle imprese e della finanza, nell’acquisto di crediti fiscali legati all’edilizia. Infatti, la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, nella relazione conclusiva approvata il 6 ottobre scorso, ha accertato che la quasi totalità di crediti fiscali legati ai “bonus” per l’edilizia è stata acquistata dalle banche commerciali. Ma le sole banche, con i limiti giuridici internazionali, europei e nazionali con cui debbono operare, non possono garantire, esse sole o quasi, il continuo e prospettico funzionamento del mercato dei crediti fiscali all’edilizia, molto cresciuti in questi anni: occorrono, infatti, più certezza anche prospettica del diritto e l’impegno anche di altri grandi attori finanziari e imprenditoriali.
Vi sono ora varie e diverse esigenze da contemperare: innanzitutto occorre siano salvaguardati gli equilibri di Bilancio dello Stato, soprattutto in una fase complessa come l’attuale, caratterizzata dagli sforzi per battere l’inflazione che è un improprio onere soprattutto per lavoratori, pensionati, risparmiatori e per il debito pubblico. Contemporaneamente occorre sostenere l’edilizia e l’occupazione, tutelando anche i diritti acquisiti negli scorsi anni caratterizzati da troppi continui mutamenti normativi sul superbonus 110%. 
Le nuove norme europee sulla casa green debbono essere favorite con leggi nazionali che le sostengano fiscalmente in modo trasparente, controllato e rilevante. Se non interverranno presto anche altri settori finanziari e imprenditoriali, pubblici e privati, oltre alle banche commerciali, sarà ancor più necessario che venga accolta per quanto possibile la proposta di Abi e Ance di permettere di compensare i crediti fiscali per l’edilizia anche con parte degli F24 per le banche che abbiano esaurito le potenzialità dei propri cassetti fiscali.

 

*Presidente Associazione Bancaria Italiana

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Il Messaggero