Burocrazia, puntare su competenze e digitale

Burocrazia, puntare su competenze e digitale
Gentile Direttore, solo indirizzi chiari da parte della politica e la percezione dell’efficacia dei servizi da parte di cittadini e imprese, potranno vincere le resistenze...

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Gentile Direttore, solo indirizzi chiari da parte della politica e la percezione dell’efficacia dei servizi da parte di cittadini e imprese, potranno vincere le resistenze al cambiamento di un sistema burocratico, asfittico e gerarchizzato, impermeabile alle riforme.  In questo senso, l’invocazione sul suo giornale di ministri e della stessa presidente del Consiglio di un intervento deciso sulla burocrazia frenante, non ci ha sorpreso. Noi di Flepar, sindacato rappresentativo dei professionisti pubblici, da anni siamo convinti che per rigenerare il sistema pubblico siano efficaci interventi condivisi non solo con qualche vertice, ma con una più ampia base di soggetti, espressione di competenze specialistiche. E’ necessario liberare le vere leve del cambiamento della Pubblica amministrazione: innovazione, digitalizzazione e competenze. 


La burocrazia, spesso ma non sempre, tende a rendere le organizzazioni viscose e matrigne, determinando il potere dei cosiddetti “Mandarini” (deep state), da anni negli stessi posti, che si traduce nella capacità di rallentare, a volte deviare, i rivoli burocratici, in una catena gerarchizzata dove le pratiche girano da un ufficio all’altro, sulle note dei fratelli Strauss. Burocratica e frenante risulta l’organizzazione.  Per realizzare il Pnrr occorre dare impulso operativo ad una classe dirigente interprofessionale di competenze specialistiche multidisciplinari; occorre un’effettiva digitalizzazione delle attività e dei servizi passando per nuovi modelli organizzativi tarati su lavoro agile, autonomia e responsabilità diffuse, orientate a risultati reali e percepibili spingendo rapidamente verso un’alleanza per la realizzazione di progetti del Pnrr utili ad una reale ripartenza per la collettività.


Un modello organizzativo moderno si basa sulle competenze, non sui processi e su lunghe linee gerarchiche piramidali. Per risolvere problemi complessi occorre un approccio interprofessionale, perché nessuno ha le competenze per fare da solo; per accorciare i tempi occorre lavorare “in parallelo” e non “in serie”, trasversalmente e orizzontalmente, con la trasparenza della tabella “chi fa cosa, con chi, entro quando”. 
Il lavoro agile abbatte i costi di transazione, consente l’esplicazione del valore dirimente dei team interprofessionali e quindi delle competenze specialistiche, ormai sempre più rare ed isolate. La PA potrà così apportare indirizzi operativi e consulenze preventive, non controlli formali a posteriori; potrà agire direttamente nei settori produttivi e nei distretti territoriali per il miglior funzionamento dei servizi pubblici.


Un Pnrr progettato per riuscire deve passare per una PA catalizzatrice, utile nella quotidianità delle persone, non zavorra nella crescita del Paese. Ecco perché chiediamo un nuovo modello nelle organizzazioni pubbliche, che definiamo “principio Flepar”: «La distanza di una PA dalla vituperata “burocrazia” sta nella qualità, quantità dei diretti poteri decisionali delle competenze specialistiche e professionistiche pubbliche e nella capacità di fare leva sul parametro della discrezionalità tecnica riservata alla PA».  Il tutto per la rigenerazione del “sistema pubblico” nell’interesse del rilancio dell’Italia. Ecco perché il nostro appello alla politica a fare un passo avanti per la realizzazione del Pnrr, per sventare il rischio di perdere l’occasione di modernizzare il Paese, come ricordato dal Presidente della Repubblica Mattarella nel recente discorso di fine anno.


*Segretaria generale Flepar (Federazione 
dei professionisti pubblici)

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Il Messaggero