Piaghe capitali/ Non lasciare solo chi fa il suo dovere

Piaghe capitali/ Non lasciare solo chi fa il suo dovere
Una ragazzata, si dice con sorriso complice, una goliardata del genere "Amici miei". Il celebre film che sfoggiava la burla dei ceffoni sul viso ai passeggeri...

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Una ragazzata, si dice con sorriso complice, una goliardata del genere "Amici miei". Il celebre film che sfoggiava la burla dei ceffoni sul viso ai passeggeri affacciati ai finestrini del treno che lasciava la stazione, divenuto un must della comicità all'italiana. Così si sente liquidare a buon mercato e senza il senso delle proporzioni l'episodio dell'altra notte a via Boccea.


Una ragazzata, una goliardata un corno. Qui si deve parlare di ferocia del branco e come tale va trattata. È successo che un gruppo di otto ragazzi saliti sul bus della linea 46, direzione centro città, hanno azionato la leva di emergenza, costringendo l'autista, 52 anni, a fermarsi per poter far ripartire il mezzo.

Dopo l'ennesima aggressione a un autista, l'Atac metterà i vigilantes sugli autobus

Rimproverati per la bravata e per il disagio provocato, quei giovani, anziché prendersi la giusta reprimenda e scomparire, se la sono presa con il dipendente dell'Atac: un pugno, due pugni, calci anche quando il poveretto si è accasciato a terra, svenuto. Il volto coperto di sangue, la frattura del naso, poi curata al policlinico Gemelli, un mese di prognosi. Quindi, in taxi, la fuga verso i luoghi della movida, ch'era ormai mezzanotte, dritti verso Trastevere e poi Campo de' Fiori. La polizia ha agito con strepitosa velocità: attraverso il racconto del taxista gli agenti si sono fiondati a Trastevere e lì hanno rintracciato uno del branco, quasi certamente colui che ha sferrato il colpo al volto dell'autista.

Secondo una recente statistica sono almeno quaranta le aggressioni a conducenti di mezzi pubblici nell'arco di un anno. Per svariatissimi motivi. Mai nobili motivi. All'autista di via Boccea è andata tutta la solidarietà dell'Atac. Meritatissima. Non diremo che è un eroe ma certo ha mostrato coraggio, senso civico e senso del dovere: ha affrontato quegli scalmanati e, ovviamente, ha avuto la peggio.Ha rimbrottato quei ragazzotti che si facevano forti d'essere in gruppo nonostante il rischio di doverne patire la feroce arroganza.

Consola, nel disappunto, constatare che episodi di totale mancanza di civismo vengono contrastati con fermezza. Deve divenire un imperativo categorico di schierarsi a protezione di chi si pone a difesa dei doveri civici: chi fa il proprio dovere in una città, per tanti aspetti difficile e controversa, deve essere appoggiato e sostenuto perché mostra valori indefettibili. Si sono viste nel grande parco del pubblico servizio anche alcune mele marce che vanno individuate, isolate e punite. Comportamenti scorretti ed anche illegali. Ma proprio per questo la stragrande maggioranza degli addetti ai servizi pubblici che mostrano professionalità e civismo va protetta e incoraggiata a non avere paura. Devono sapere di poter contare sulla fattiva protezione della società civile e delle sue istituzioni.
Quanto ai componenti del branco, tutti sui 17 anni, già identificati (e c'è anche una ragazza), l'auspicio è che vengano denunciati e processati. E che i giudici apprezzino la gravità del comportamento di gruppo e dei singoli. Da questi giudizi discende la percezione nella comunità che si tratta di comportamenti totalmente inaccettabili e contrastati con il rigore della legge.

Gli assalti di gruppo sono il gesto, ormai tipico, delle baby gang che meritano una riflessione perché con i medesimi connotati le aggressioni non siano accettate e digerite come normali azioni quotidiane. Accade nel mondo della scuola dove ormai perfino taluni genitori hanno preso a botte insegnanti colpevoli di aver segnalato le carenze nello studio dei figli. Si verifica nei pronto soccorsi degli ospedali dove frotte di parenti si avventano contro medici ritenuti responsabili dello stato di salute del proprio congiunto: incredibile.


Succede con allarmante frequenza sui treni utilizzati dai pendolari dove quasi sempre per futilissimi motivi, e talvolta proprio perché non in regola, gruppetti di passeggeri si rivoltano contro i controllori con minacce e anche peggio. Un ventaglio ampio e variegato di addetti ai servizi più diversi che si trova esposto al rischio di aggressioni anche gravi. Non fatti singoli ma un fenomeno dai contorni davvero allarmanti. Ne ritroviamo le tracce anche nelle notti della movida laddove i ragazzi che hanno aggredito l'autista dell'Atac correvano a divertirsi. Sono davvero tempi in cui la ragione e le regole vengono prese a pugni in faccia? Nessuno, qui, si rassegna all'idea che le leggi e il civismo siano calpestati sulle strade battute dal bullismo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero