La celebrazione/ L’archeologia italiana all’estero, spinta per il Paese

La celebrazione/ L’archeologia italiana all’estero, spinta per il Paese
Oggi in Campidoglio celebreremo, con il ministro della Cultura Sangiuliano e il sindaco di Roma Gualtieri, la prima Giornata dell’archeologia italiana all’estero, alla...

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Oggi in Campidoglio celebreremo, con il ministro della Cultura Sangiuliano e il sindaco di Roma Gualtieri, la prima Giornata dell’archeologia italiana all’estero, alla presenza dei 184 direttori delle Missioni archeologiche, antropologiche ed etnologiche italiane sostenute dalla Farnesina all’estero. Dalla prima Missione archeologica in Marocco alla fine del XIX secolo siamo arrivati alle 246 attive in 66 Paesi di oggi: un sistema che impegna diverse migliaia di ricercatori e studiosi, italiani e stranieri e che si avvale di collaborazioni scientifiche tra i nostri primari enti di ricerca e quelli delle nazioni in cui operiamo. 

Siamo giunti a questo importante traguardo grazie a un lavoro condotto con tenacia e convincimento nel corso del tempo, sviluppando capacità ed esperienze che mettiamo a disposizione dei Paesi partner in maniera paritetica e non paternalista, soprattutto tramite le attività di formazione dei giovani quadri dell’archeologia in loco, e contribuendo alla scoperta, alla tutela delle loro radici e anche al contrasto dei traffici di beni archeologici e artistici, grazie al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. La ricerca archeologica rappresenta uno strumento fondamentale della nostra diplomazia culturale, un asset strategico per sviluppare i rapporti bilaterali e contribuire alla conoscenza reciproca. Promuovere una cooperazione culturale sempre più stretta con i Paesi del nostro estero vicino è una strategia vincente che sta già dando i suoi frutti, grazie a una crescente collaborazione tra Governi, università, ricercatori e aziende impegnate nei campi dell’archeologia, del restauro e della conservazione, e che vogliamo consolidare ulteriormente. 
Quest’azione, del resto, si inserisce perfettamente nel quadro della più ampia strategia promossa dal Governo per far tornare l’Italia protagonista, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, culla della nostra civiltà e area in cui si definiscono gli interessi primari della nostra politica estera. 


La sfida per il futuro è migliorare il nostro primato in ambito culturale, e affermarlo nel mondo, con il sempre più convinto sostegno mio personale e di tutte le strutture del Ministero degli Affari Esteri.

*Ministro degli Affari Esteri

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Il Messaggero