Vuoti da colmare/ L’incuria del Comune e il danno alla Capitale

Et voilà: venite a Roma se vi piace il brivido, con pioggia improvvisa di alberi secolari. Una pioggia pronta ad abbattersi su passanti, turisti e auto. Pini altissimi che...

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Et voilà: venite a Roma se vi piace il brivido, con pioggia improvvisa di alberi secolari. Una pioggia pronta ad abbattersi su passanti, turisti e auto. Pini altissimi che cadono al suolo, le radici inutili, scoperte, impotenti. Proprio così, niente di esagerato. 


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Al centro storico di Roma, che più centro storico non si può, a piazza san Marco, accanto a piazza Venezia, a due passi dall’Altare della Patria un pino gigantesco, ultimo di una serie infinita, si è trasformato in una gigantesca clava, toccando terra ha sfiorato un’auto e per puro caso non ha fatto vittime.

Avremmo potuto, in altri momenti, piangere le vittime di una strage.
Quel perimetro, di solito, è affollato di gente, in particolare di turisti.
Un via vai incessante, di giorno e di notte, perché chi viene a Roma passa per quei luoghi, li ammira attirato da un fascino incomparabile.
 
Ora i turisti, causa Covid-19 sono pochi, rari e rarefatti.
Cinicamente si potrebbe dire: grazie Corona Virus, almeno per una volta, almeno per questa volta.
Non può bastare, non può consolare. Quanto è accaduto non può essere archiviato come un episodio dell’imprevisto connesso all’improbabile.

Dietro questo piccolo-grande disastro ci sono responsabilità, colpe, inadempienze.
C’è una vigilanza inesistente, distratta, impoverita da una gestione che ha ridotto a zero la cura dell’ambiente, ha reso il degrado una dimensione orizzontale che copre l’intera area urbana.

Insomma, uno scandalo di inadeguatezze perniciose.
Le immagini di quei rami senza vita faranno il giro del mondo. Si dirà, non a torto, che nella città Eterna, anzi nel suo cuore pulsante, c’è in agguato un pericolo che potrebbe manifestarsi da un attimo all’altro, senza preavviso alcuno.

Un biglietto da visita per giapponesi, americani, europei che getta un’ombra allarmante sulla sicurezza nella Capitale. Come fulmine a ciel sereno, almeno in altri casi c’era l’argomento della bomba d’acqua o fenomeni del genere.


L’abbattersi degli alberi, per incuria atavica, è un gravissimo problema al quale l’Amministrazione, il Campidoglio, la sindaca Raggi che è all’ultimo miglio del suo travagliato e discusso mandato, non hanno mai prestato la necessaria, doverosa attenzione. Non c’è niente di imprevedibile in un albero che stramazza al suolo in una giornata limpida, calda, senza vento. E non c’è niente di peggio di un’amministrazione pubblica che in un momento storico come questo, in cui si discute di come rilanciare il Mezzogiorno per colmare il gap decennale con il settentrione, dimentica i propri doveri di ordinaria cura della città e consente danni di immagine di questa portata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero