Zuckerberg fa retromarcia e ammette: "Facebook è una media company"

Zuckerberg fa retromarcia e ammette: "Facebook è una media company"
(Teleborsa) - Facebook? D'ora in poi non chiamatelo più solo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
(Teleborsa) - Facebook? D'ora in poi non chiamatelo più solo social network perché da oggi è ufficialmente una media company. Sì, perché dopo mesi di resistenza a suon di smentite, l'ultima delle quali arrivata meno di quattro mesi fa in occasione della visita del CEO di Facebook a Roma per incontrare il Santo Padre, nel corso della quale si era affrettato a smentire qualsiasi ruolo sulle notizie, ieri, Mark Zuckerberg ha fatto retromaria e ha ammesso: "Sì, siamo una media company". Con postilla. Il numero 1 di Facebook ha infatti subito aggiunto: "Anche se non tradizionale". Non più dunque solamente una tech company ma un nuovo tipo di piattaforma che non scrive le notizie, ma fa molto di più che distribuirle tanto da essere diventato una parte importante del dibattito pubblico. E' lo stesso ex enfant prodige di Dobbs Ferry a tenere a battesimo la nuova definizione nel corso di un'informale video chat insieme alla sua più stretta collaboratrice, Sheryl Sandberg, vero motore di Menlo Park : "Siamo un nuovo tipo di piattaforma, non una società tecnologica tradizionale ma neanche una media company tradizionale. Facciamo tecnologia e ci sentiamo responsabili per come viene usata". Un'ammissione, quella di "Zuck", destinata a cambiare il futuro della società segnando un cambiamento epocale. L'EFFETTO "TYCOON"- Subito dopo la vittoria a sorpresa di Donald Trump alle recenti presidenziali americane, proprio Facebook e il fenomeno delle cosiddette "notizie fake" erano finiti sul banco degli imputati. L'accusa? Il sempre più crescente proliferare di notizie bufala sulla piattaforma, avrebbero favorito Trump, influenzando l'opinione pubblica e arrivando, secondo alcuni, addirittura a consegnare le chiavi della Casa Bianca nelle mani del tycoon. Facebook, ovviamente, aveva rispedito le accuse al mittente ma la retromarcia di Zuckerberg arrivata nella giornata di ieri appare sempre più un tentativo di raddrizzare il tiro, oltre che il segnale chiarissimo di come la società di Menlo Park, in futuro, voglia avvicinarsi sempre più al mondo dei media tradizionali per aumentare la qualità dei propri contenuti.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero