(Teleborsa) - All'inizio del 2019, diminuisce la crescita dell'Eurozona. L'indebolimento dell'attività è soprattutto dovuto all'economia francese e italiana. In Francia, sono...
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L'indice finale composito della produzione nell'Eurozona scende a 51 punti ponendosi al di sopra della stima flash e delle attese (50,7 punti). Il dato mostra una contrazione rispetto al mese di dicembre, quando si era attestato a 51,1 punti.
Sotto la zona espansione l'Italia, con il dato che tocca i 48,8 punti portandosi ai minimi da 62 mesi. Stessa situazione per la Francia a 48,2 punti dai 47,9 della stima flash, ma comunque sui minimi da 50 mesi. In espansione la Spagna a 54,5 punti, massimo in 7 mesi. Ai massimi da 2 mesi invece la Germania a 52,1 punti.
A gennaio l'indice dei direttori d'acquisto delle attività terziarie nella Zona Euro è invece rimasto a 51,2 punti, come a dicembre. Il dato risulta superiore alle attese e alla stima flash, che erano entrambe per 50,8 punti.
"Partenza a rilento per il 2019, con livelli quasi stagnanti di crescita e crollo della domanda di beni e servizi - ha dichiarato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit - . Il PMI indica una crescita trimestrale del PIL dello 0,1%, preparando il terreno alla peggiore media trimestrale dal 2013. Con valori così deboli ad inizio anno possiamo aspettarci una probabile revisione al ribasso dell'attuale e condivisa stima di crescita del PIL del 2019 di 1,5%, che indurrebbe la BCE a mostrarsi meno aggressiva.
"L'indagine indica che l'incertezza politica sia globale che locale sta progressivamente intaccando la crescita, frenando la domanda e rafforzando sempre più l'avversione al rischio - conclude Williamson - . Se si aggiungono le crescenti tensioni commerciali globali, l'incertezza della Brexit, le proteste dei "gilet gialli" in Francia e un andamento a singhiozzo del settore auto, sembra evidente che l'attuale scenario economico si presenta come uno dei più difficili dai tempi in cui si è avuto l'apice della crisi del debito dell'eurozona". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero