Salta la web tax europea: la nuova imposta non ci sarà perché i paesi dell'Unione sono divisi. L'Europa si affida quindi all'Ocse, che sta studiando una...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Lo stop all'idea di creare una web tax europea è di fatto definitivo. La proposta di compromesso della presidenza
romena, sebbene molto annacquata rispetto alle intenzioni iniziali, è stata bocciata con il voto di quattro Paesi (Svezia, Danimarca, Estonia e Irlanda), rafforzato dallo scetticismo di tanti altri. Ora bisognerà aspettare che sia l'Ocse a muoversi, con una misura globale che certamente richiederà più tempo.
Il ministro dell'Economia italiano Giovanni Tria era tra chi avrebbe preferito un segnale europeo subito, anche con una proposta in formato ridotto. La trasformazione dell'economia verso il digitale ha «un impatto forte all'interno di ogni Stato» ad esempio sulle «disuguaglianze», ha detto Tria, quindi «c'è un costo per gli Stati che devono accompagnare questa trasformazione economica e rafforzare le protezioni sociali. Ed è un «paradosso che chi è tra i principali attori si sottragga a contribuire ai costi che accompagnano la trasformazione dell'economia che sono sostenuti dagli Stati nazionali», ha concluso Tria.
«Prendo nota dell'opposizione di alcuni stati membri, Ocse e G20 stanno portando avanti progetti molto ambiziosi e si pensa di concludere entro il 2020. Siamo d'accordo a concentrarci sugli sforzi a livello di Ocse ma dobbiamo essere pronti ad affrontare ritardi all'interno dell'ambito internazionale», ha detto il presidente di turno dell'Ecofin, il ministro romeno delle Finanze, Eugen Therdorovici. «Se nel 2020 si constaterà che l'accordo a livello Ocse richiederà più tempo, il Consiglio potrebbe tornare a discutere la web tax se lo ritiene necessario», ha aggiunto.
«I giganti della rete vincono ancora. Gli Over The Top, i vari Google, Facebook, Amazon e compagnia bella, riescono ad impedire il varo della web tax da parte della Unione europea. Ci sono governi collusi? Ci sono episodi poco chiari sullo sfondo di questa vicenda? Sono domande che facciamo. E che riteniamo più che lecite». Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI) che vede «un timore reverenziale di fronte a questi giganti che si stanno impossessando di testi e contenuti altrui, che calpestano le regole sul diritto d'autore, che non pagano tasse. E mentre i piccoli artigiani e famiglie vengono spremuti come limoni, questi giganti vagano impuniti nello spazio telematico impossessandosi di tutto e tutti e intimidendo governi - prosegue l'esponente di Forza Italia -. L'Ue deve agire con immediatezza. Ci sono nazioni che hanno assunto un atteggiamento servile nei confronti di questi potentati. È un'autentica vergogna. Si tartassano i poveri e chi lavora, ci si mette in ginocchio di fronte ai potenti. Quello della web tax, dello strapotere delle Ott è un autentico scandalo». «Perché qualcuno non indaga su questa vergogna?» conclude Gasparri.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero