(Teleborsa) - I ministri degli Esteri dell'Unione europea si incontreranno oggi a Bruxelles per discutere anche delle sanzioni europee alla Russia per la sua aggressione in...
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russi, è stato spiegato. Un alto funzionario dell'Ue ha rilevato all'Agence France-Presse che l'Unione probabilmente discuterà di nuove sanzioni durante l'incontro, ma non prenderà una decisione immediata.
"Sappiamo che la Russia può usare il gas come un'arma contro di noi: lo ha già fatto, diminuendo le forniture, e mercoledì la Commissione discuterà delle prospettive delle forniture di gas".
Lo ha detto l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, al Consiglio Affari esteri dell'Ue a Bruxelles. "Ma sono cose diverse - aggiunge - non smetteremo di sostenere l'Ucraina e di imporre sanzioni alla Russia. Certo che c'è un rischio per le forniture di energia: lo sanno tutti e non da oggi. Ma nei prossimi giorni la Commissione prima e il Consiglio poi prepareranno tutti i piani necessari ad affrontare la situazione".
"Qualche leader europeo ha detto che le sanzioni sono state uno sbaglio, un errore. Io non penso siano un errore, dovevamo farle e continueremo. Ad esempio qualcuno dice che le sanzioni sul petrolio hanno aumentato il prezzo del petrolio, ma guardate ai prezzi: sono scesi", ha aggiunto. "Vorrei che si mettessero i numeri prima di qualsiasi ragionamento. Dopo un rialzo "il prezzo del petrolio e' ora allo stesso prezzo di prima della guerra", a febbraio, ha sottolineato. Venerdì scorso il premier ungherese, Viktor Orban, aveva affermato che con le sanzioni "l'economia europea si e' sparata nei polmoni e ora fatica a respirare".
Borrell ha anche confessato di avere la "speranza che questa settimana sia possibile raggiungere un accordo per sbloccare il porto di Odessa e altri porti ucraini". "La vita di decine di migliaia di persone - ha proseguito - dipende da questo accordo. Non è un gioco diplomatico, si tratta di una questione di vita o di morte, di rimanere esseri umani. La Russia deve sbloccare i porti e consentire l'esportazione dei cereali ucraini, altrimenti - conclude - dovremo continuare a dire che usano il cibo come arma, senza alcuna considerazione per la vita umana". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero