UE, cena dei leader europei per il toto-nomine

UE, cena dei leader europei per il toto-nomine
(Teleborsa) - Tempo di incontri e cene di lavoro per i leader europei che, da qui a qualche mese, dovranno prendere decisioni cruciali per il futuro dell'Unione. Chiusa la tornata...

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(Teleborsa) - Tempo di incontri e cene di lavoro per i leader europei che, da qui a qualche mese, dovranno prendere decisioni cruciali per il futuro dell'Unione. Chiusa la tornata elettorale, già da stasera è prevista a Bruxelles un vertice e una cena di lavoro tra i leader della UE: al centro il toto nomine per 4 posizioni centrali all'interno delle istituzioni europee, a iniziare dalla successione di Mario Draghi alla BCE dal prossimo 31 ottobre.


I grandi dell'Europa cercano un nuovo equilibrio. Se è stata evitata l'onda nera dei sovranisti, ci sono state però alcune eccezioni importanti, oltre alla conferma di Viktor Orban in Ungheria e della destra in Polonia, a iniziare dall'Italia, con la Lega primo partito, e la Francia, che ha visto Marine Le Pen al 25%.

A ciò si aggiungono le nomine di 4 cariche europee di primo piano: oltre al presidente della BCE, si dovranno eleggere il presidente del Consiglio europeo, il presidente della Commissione europea e l'Alto Rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza.

Quella di martedì sera sarà la prima prova d'intesa per Angela Merkel e Emmanuel Macron, con Pedro Sanchez che siederà al tavolo come nuovo interlocutore alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Al centro ci sarà soprattutto la successione di Draghi, con Francia e Germania in lizza per la prossima presidenza della Banca Centrale Europea. Come anticipato, i nomi più quotati sono quelli dei francesi Benoît Cœuré e François Villeroy de Galhau (sostenuti da Macron), il tedesco Jens Weidmann (voluto da Merkel) e i finlandesi Olli Rehn e Erkki Liikanen.

Più defilata la posizione del premier italiano Giuseppe Conte che sconta le prime dichiarazioni del vice Matteo Salvini su austerity e sforamento dei parametri europei e che già hanno messo in allarme le istituzioni e i capi di governo europei. Di fronte al nuovo panorama, sarà sempre più difficile per l'Italia fare sentire la sua voce. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero