Ucraina, Turchia conferma: partite altre navi con cereali

Ucraina, Turchia conferma: partite altre navi con cereali
(Teleborsa) - Arriva la conferma da parte delle autorità turche della partenza oggi di altre tre navi cariche di cereali dai porti ucraini di Odessa e Chernomorsk, dopo...

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(Teleborsa) - Arriva la conferma da parte delle autorità turche della partenza oggi di altre tre navi cariche di cereali dai porti ucraini di Odessa e Chernomorsk, dopo l'attivazione del meccanismo congiunto pattuito tra l'Ucraina e la Russia, con la mediazione di Ankara e dell'Onu. Il Ministero della Difesa turco ha indicato in una serie di messaggi sui social che la nave Navistar, battente bandiera panamense, è partita dal porto di Odessa verso l'Irlanda, con un carico di 33mila tonnellate di mais.



Il Rojen, con bandiera maltese, trasporta 13 mila tonnellate di mais mentre il Polarnet, con bandiera turca, ne trasporta 12: entrambe sono partiti da Chernomorsk diretti rispettivamente verso il Regno Unito e Turchia.

Il Ministero della Difesa ha sottolineato che i mercantili dovranno attraccare a Istanbul per essere ispezionati, così come previsto dall'accordo del 22 luglio.

Intanto, nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel Paese, l'intelligence britannica le attività russe nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia hanno probabilmente minato la sicurezza delle normali operazioni dell'impianto.

Le forze russe, prosegue il rapporto pubblicato dal ministero della Difesa su Twitter, stanno probabilmente operando nelle regioni adiacenti alla centrale ed hanno usato unità di artiglieria basate in queste aree per colpire territori ucraini sulla sponda occidentale del fiume Dnipro.

Allo stesso tempo, Mosca ha usato probabilmente l'area più estesa della zona, in particolare la città adiacente di Enerhodar, per offrire riposo alle proprie forze, sfruttando lo status protetto delle centrale per ridurre il rischio di attacchi notturni da parte delle forze ucraine.


(Foto: Melissa Askew on Unsplash) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero