«Non credo che l'Italia sia un rischio né per l'Ue né globale», in realtà il rischio viene dalle «politiche consigliate dal...
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Al Fmi e Commissione prevale l'idea che «bisogna accumulare buffer fiscali per essere pronti e avere lo spazio per reagire in caso di crisi, ma con questa tesi non si vede che per voler accumulare mezzi per reagire alla crisi si crea la crisi», ha spiegato.
«Parlare di manovra correttiva è completamente sbagliato. Ovviamente monitoriamo come va la finanza pubblica, ma il rallentamento maggiore del previsto non comporta di per sé alcuna manovra correttiva», ha poi aggiunto il ministro dell'Economia. «Anche perché - ha proseguito - non è che la Commissione Ue chiede manovre se la congiuntura rallenta, non chiede di fare operazioni così anticicliche».
«Al Fmi ha già risposto il presidente della commissione europea che ha detto che hanno sbagliato a fidarsi dell'Fmi sulla Grecia con l'austerità. Stiamo creando un nuovo stato sociale: non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l'Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare», dice il vicepremier Luigi Di Maio. «Se pensano che con qualche dato possano scoraggiarci si sbagliano: indietro non si torna», aggiunge.
«Sono anni che si praticano politiche di austerity che hanno ridotto gli italiani in condizioni di povertà maggiore rispetto a periodi precedenti», aggiunge Luigi Di Maio, citando il caso della Grecia. «Quello che diciamo come governo è che indietro non si torna: stiamo creando un nuovo stato sociale», insiste. «Io non guardo le previsioni ma i dati», conclude, sottolineando che «già sul 2018 c'erano sette previsioni diverse dei diversi istituti».
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Il Messaggero